La diciannovesima legislatura è ufficialmente iniziata. Alle 10, si è riunita la Camera, presieduta da Ettore Rosato, vicepresidente eletto più anziano della passata legislatura, mentre la riunione del Senato è iniziata alle 10:30 con a capo la senatrice a vita Liliana Segre. All’ordine del giorno, l’elezione dei nuovi presidenti dei due rami del Parlamento.
Nella tre votazioni a Montecitorio, i 400 deputati non sono arrivati a una soluzione, come era auspicabile considerato il quorum molto alto che si doveva raggiungere. A Palazzo Madama, invece, Ignazio La Russa raggiunge il quorum dei votanti con 116 voti, ma senza l’appoggio di Forza Italia.
Al di là di quanto trapela da fonti del centrodestra, la prima votazione per l’elezione del presidente della Camera, che succederà quindi a Roberto Fico, è andata a vuoto. Con 369 schede bianche, quattro voti al deputato della Lega Riccardo Molinari, tre per il segretario del Partito democratico, Enrico Letta, e dieci schede nulle, non si è raggiunto il quorum.
Alle 14, è partita un’ulteriore votazione che è andata come la prima: 375 schede sono state consegnate in bianco, quattro per il segretario dem, tre per il deputato del Carroccio. La terza seduta è iniziata alle 17 e sono cambiate le regole per l’elezione per cui si ha bisogno della sola maggioranza dei due terzi dei presenti. Anche questa volta, l’esito è stato lo stesso: alla Camera non hanno trovato una sintesi, e quindi sono state 357 le schede bianche. Il responso arriverà domani, con l’assemblea convocata per le 10:30.
Pallottoliere alla mano, se anche domani alla Camera, Forza Italia non dovesse votare come fatto oggi al Senato, non ci sarebbe la maggioranza per eleggere il presidente. La maggioranza a Montecitorio è fissata a quota 237, di cui 45 sono i deputati forzisti. Sottraendo i voti del gruppo azzurro, ci si fermerebbe a 192, ovvero sotto la soglia per eleggere il presidente. Per evitare quello che è successo al Senato, tra l’altro, il Pd sta valutando un nome suo da votare.
La prima seduta del nuovo Senato si è aperta con un lungo ed emozionante discorso antifascista della presidente reggente, la senatrice a vita Liliana Segre. A differenza che a Montecitorio, l’aula di Palazzo Madama è arrivata subito una sintesi con l’elezione di Ignazio La Russa come presidente con 116 voti, e quindi anche senza l’appoggio dei parlamentari di Forza Italia. Due voti sono andati a Segre, due a Roberto Calderoli e 66 schede sono rimaste in bianco. I votanti erano 186, mentre i presenti 187.
Al raggiungimento del quorum, fissato a 104 voti, e anche al momento della proclamazione, un lungo applauso con standing ovation ha accompagnato il nome della seconda carica dello Stato. Tra l’altro, un’elezione alla prima votazione non succedeva dal 2008 quando fu Renato Schifani, attuale presidente della regione Sicilia, a sedere sullo scranno più alto di Palazzo Madama.
“Grazie a tutti coloro che, con senso di responsabilità e in un momento nel quale l’Italia chiede risposte immediate, hanno consentito di far eleggere già alla prima votazione la seconda carica dello Stato. Continueremo a procedere spediti“, ha commentato la leader di Fratelli d’Italia e futura prima presidentessa del Consiglio donna della storia repubblicana, Giorgia Meloni, l’elezione del suo compagno di partito a presidente del Senato.
La premier in pectore ha continuato congratulandosi con l’avvocato siciliano. “Siamo orgogliosi che i senatori abbiano eletto un patriota, un servitore dello Stato, un uomo innamorato dell’Italia e che ha sempre anteposto l’interesse nazionale a qualunque cosa – ha detto -. Per Fratelli d’Italia, Ignazio è un punto di riferimento insostituibile, un amico, un fratello, un esempio per generazioni di militanti e dirigenti. È un politico dall’intelligenza rara e dalla tenacia altrettanto introvabile. Un uomo orgoglioso della sua identità politica ma che ha sempre saputo mettere il senso delle istituzioni al servizio di tutti gli incarichi che ha ricoperto nella sua carriera”. Per Meloni, La Russa sarà in grado di mettere al servizio della Presidenza del Senato la sua “autorevolezza, competenza e imparzialità“.
I complimenti, nel pomeriggio, per il neo presidente, che alle 18:30 salirà al Quirinale per un incontro con Sergio Mattarella, sono arrivati anche dal suo vecchio segretario di partito in Alleanza Nazionale, Gianfranco Fini. “Mi sono congratulato per l’elezione e per il bel discorso“, ha rivelato all’Adnkronos.
Il volto di una madre che ha perso una figlia racconta spesso più di mille…
Un silenzio solenne avvolgeva le strade, rotto solo dal suono cadenzato dei passi e dal…
Ci sono momenti in cui sembra impossibile mantenere la concentrazione. La mente vaga, le distrazioni…
La stagione fredda porta con sé molte domande sulla routine quotidiana, ma c’è un gesto…
Se c'è un momento in cui tutto sembra sospeso, è quando un atleta raggiunge un…
Il riscaldamento a pavimento è una delle soluzioni più moderne e apprezzate per il comfort…