A Roma c’è l’ennesimo sciopero dei mezzi pubblici e non sapete come sopravvivere? Vi forniamo una guida tragicomica ma senza assumerci responsabilità se alla fine del solito venerdì nero (o lunedì/martedì/mercoledì/giovedì nero… chissà perché invece non si parla mai di sabato nero o di domenica nera…) vi ritroverete intrappolati sul raccordo o nell’autobus periferico, senza essere riusciti a scendere: la sopravvivenza non è garantita. Come affrontare questa difficile giornata, che già solo a leggere le parole “domani sciopero mezzi Roma” il romano sbrocca?
La reazione, una volta appresa la notizia dello sciopero, consiste in una serie di imprecazioni e maledizioni verso l’Atac: “E’ possibile che questi fanno sciopero e (quasi) sempre di venerdì?”, “Si vede che nun c’hanno voglia de lavorà”. Fino al sarcasmo: “Tanto cosa cambia? I trasporti a Roma fanno schifo sempre”. Dopo la fisiologica frustrazione, è bene reagire e prepararsi alla battaglia. Il giorno nero incombe. Spesso con nuvoloni scuri carichi di pioggia per rendere il tutto ancora più divertente per l’entità sadica che decide gli scioperi.
Prendetevi un giorno di permesso (ma non licenziatevi)
Il primo consiglio è rivolto a chi può prendersi un permesso al lavoro o a chi può assentarsi dall’ufficio e lavorare da casa: non esitate a farlo, se siete impossibilitati a raggiungere il posto di lavoro senza rodervi il fegato. Se proprio non potete assentarvi respirate, contate fino a dieci e non cedete alla tentazione di chiamare il capo e licenziarvi. Pensate ai disoccupati, proprio loro che nel giorno dello sciopero dei mezzi per una volta si sentono più fortunati di voi.
Il consiglio per chi proprio deve andare a Roma è appellarvi al santo del giorno e pregare. Non siete credenti? Convertitevi o fondate una religione sul momento: da soli non potete farcela. Se non siete troppo lontani dall’ufficio andate a piedi, se potete chiedete un passaggio al collega o fate un pensiero a Uber e car-sharing (qui un’altra utile guida per sopravvivere allo sciopero).
Partite con larghissimo anticipo
Se potete contare solo sulla vostra auto partite con larghissimo anticipo, a costo di alzarvi due ore prima del solito. Se dovete arrivare a Roma in macchina, muovetevi all’alba o prima: eviterete di intasarvi sul raccordo. Considerate che nel giorno dello sciopero il numero di auto si moltiplica: se in condizioni normali il raccordo è già un girone infernale, quando c’è sciopero dei trasporti anche Dante alza le mani…
Stesso discorso per chi arriva a Roma con i mezzi pubblici. Se lo sciopero scatta alle 8.30, evitate di mettervi in marcia a ridosso del gong: rischiate di non riuscire a salire sull’ultimo bus o sull’ultimo treno. Provate a scendere in metropolitana a Termini insieme a centinaia di pendolari già imbufaliti mentre l’altoparlante annuncia l’ultima corsa prima dello stop. La gente torna allo stato bestiale. Anche le persone più miti, pur di accaparrarsi l’ultimo posto disponibile sotto l’ascella di uno sconosciuto, in certe situazioni si trasformano. Istinto di sopravvivenza: andatelo a spiegare al capo che “ho fatto tardi perché c’è sciopero”. Non tutti sono comprensivi. In realtà nell’ora di punta di qualsiasi giorno la calca in metro o negli autobus è inevitabile, soprattutto da quando a settembre l’Atac ha ridotto le corse. Ma almeno sul mezzo successivo prima o poi riuscirete a salire (forse).
Qualche autobus passa sempre, ma…
Se dovete arrivare a Roma quando lo sciopero è già scattato, quindi al di fuori delle fasce garantite, non resta che appellarvi a quelle anime pie degli autisti che hanno deciso di non scioperare: ci sono sempre. A volte capita addirittura che una delle linee della metropolitana rimanga aperta. Connettetevi al sito dell’Atac e controllate la situazione in tempo reale. Ad esempio venerdì 21 ottobre 2016 la linea B (non la B1, chiusa) è rimasta aperta pur con “forti riduzioni di corse”. Sciopero parziale, e creativo. Insomma, armatevi di speranza e pazienza e provate a salire sul primo vagone che non sia già ridotto a carro bestiame. Sempre meglio che farsela a piedi da viale Marconi a Pietralata è.
L’assalto ai pochi autobus
Qualche autobus circola ma, anche in questo caso, è dura sopravvivere. I pochi mezzi, dopo aver osannato l’autista chiedendone al Papa l’immediata santificazione, vengono presi letteralmente d’assalto. E qui il buonsenso e le regole di base del vivere civile si vanno a far benedire. Epico, una volta, l’assalto al 105, il bus che dalla stazione Termini porta in periferia attraversando la Casilina. Una volta arrivato a Termini strapieno, l’assalto per accaparrarsi il posto è scattato senza dare ai passeggeri nemmeno il tempo di uscire. Tanto che qualcuno è rimasto intrappolato (provate a scendere una volta incastrati lontano dalle porte in un autobus pieno zeppo di esseri umani incavolati) ed è dovuto tornare fino a Torre Angela prima di riuscire a uscire. Nel giorno dello sciopero, infatti, non tutti vi faranno spazio per scendere alla vostra fermata, per paura di essere scalzati da coloro che proveranno a salire.
Se siete arrivati sani e salvi al lavoro, rimane sempre da pensare al ritorno. Sperate, innanzitutto, che coincida con la fascia di garanzia pomeridiana tra le 17 alle 20. Ma anche in questo caso sarà il caos. La prima corsa del metrò, finché tutto il sistema viene ripristinato, non parte infatti prima delle 17.30. Provate a immaginare il numero di pendolari in attesa del vostro stesso treno. Stesso discorso per gli autobus: calcolate che alle 17 gli autisti scioperanti si muovono verso il capolinea e solo dopo partono per raccattare voi poveri disperati. Chi torna a casa in auto, si prepari al traffico: siete abituati, vero? No: il giorno dello sciopero è peggio, molto peggio.
Consigli per raggiungere la stazione, casa o il parcheggio? Se la distanza non è proibitiva fatevela a piedi. Per chi deve andare alla stazione Termini? Cercate di evitare gli autobus diretti: nei giorni di sciopero sono più pieni del solito e rischiate di non salire mai. Optate per quelli che si avvicinano alla stazione e per questo restano più accessibili: meglio dieci minuti a piedi che un’ora fermi in piedi in attesa o schiacciati nella calca infernale.
Poi ci sono i giorni di sciopero non neri, ma nerissimi: a fermarsi non solo i mezzi dell’Atac ma anche i treni regionali, spesso l’ancora di salvezza quando si fermano solo i trasporti locali. E’ nerissimo lo sciopero per i pendolari della Roma-Lido di Ostia. In condizioni normali, tra ritardi, vagoni intasati e corse cancellate, è una delle tratte più disastrate d’Italia, tanto da vincere l’ambito premio Caronte. Immaginate nel giorno dello sciopero cosa può succedere.
Sopravvissuti? Presto ci sarà un altro sciopero…
La nostra speranza è che alla sera siate riusciti a tornare a casa psicologicamente sani e salvi. In questo caso rilassatevi con un bel bagno caldo o una birra fredda. Cercate di non pensare che, questione di settimane, ci sarà un altro giorno così…
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