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Categories: Curiosità

Come sopravvivere a un attacco nucleare (più o meno)

La Guerra Fredda è terminata ma il pericolo di un attacco nucleare non è cessato. La minaccia di una bomba atomica rimane ancora nell’aria, nonostante la politica di disarmo portata avanti dall’Onu e in particolare dall’amministrazione Obama: molti sono i paesi che detengono ordini nucleari e molti quelli che usano l’energia nucleare. Il rischio c’è, che sia un attacco pianificato con intenti bellici o che si tratti di un incidente a una centrale nucleare come ha dimostrato il disastro di Fukushima in Giappone. La domanda su come sopravvivere a un attacco nucleare è dunque ben legittima: la nostra stessa Protezione Civile ha realizzato un piano di emergenza dettagliato in caso di emergenza radiologica. Vediamo quali sono i passi da compiere.

IL PIANO NAZIONALE DELLA PROTEZIONE CIVILE IN CASO DI ATTACCO NUCLEARE [PDF]

Di seguito vi elenchiamo alcuni consigli su come muoversi in caso di crisi nucleare. Le probabilità di sopravvivenza aumentano in proporzione alla distanza dal luogo dello scoppio, tenendo presente che più si è lontani dal punto zero meglio è: per fare un esempio, in base ai dati degli esperimenti nucleari, sappiamo che a una distanza di 8-10 km dal punto dello scoppio senza riparo adeguato, si possono avere ustioni di terzo grado. Ecco cosa è meglio fare in caso di attacco nucleare.

INFORMARSI: La prima cosa da fare è tenersi sempre aggiornati sulla situazione politica internazionale. Questo vale soprattutto in caso di attacco militare nucleare che arriva al culmine di un’escalation di minacce tra paesi rivali. Valutate la distanza tra voi e gli obiettivi più sensibili (strutture miliari, stazioni, porti e aeroporti): se siete nell’arco di 30 km da uno di questi luoghi, calcolate il tempo e la strada più breve per allontanarvi in tutta sicurezza prima di un eventuale attacco. Stesso discorso va fatto se abitate in una grande città o nei pressi di grandi arterie urbane e ponti: meglio avere un piano di evacuazione pronto se vi trovate troppo vicino a un punto sensibile.

NON SCAPPARE: Tutti gli esperti concordano su questo punto. In caso di attacco nucleare o di incidente, meglio non uscire allo scoperto e non darsi alla fuga. La cosa migliore è cercare un riparo. Il Nuclear Incident Communication Planning, ovvero il piano di emergenza messo a punto dal Dipartimento di Sicurezza USA, lo dice molto chiaramente: trovare un riparo adeguato nelle prime ore dallo scoppio aumenta di molto le percentuali di sopravvivenza. Anche solo rimanere in auto, con i finestrini ben chiusi, dà un 50 percento in più di possibilità. La prima cosa da fare dunque è trovare un rifugio: se siete sopravvissuti al primo scoppio, dovete evitare il più possibile la pioggia radioattiva.

TROVARE UN RIFUGIO ADEGUATO: Come abbiamo detto, è necessario trovare un riparo che possa limitare gli effetti delle radiazioni. Se siete all’aperto, cercate qualsiasi luogo sotto terra, che sia una galleria della metropolitana (uno dei luoghi più sicuri dalle radiazioni, secondo gli esperti USA) o un sottopassaggio. In caso siate in aperta campagna, potete anche scavare una buca che deve essere profonda almeno di un metro: in questo caso, ricordatevi di coprirvi con un telo o con qualsiasi cosa che possa limitare l’esposizione della pelle alle radiazioni. Se tutto questo non fosse possibile, sdraiatevi per terra e coprite la faccia, cercando di esporre meno pelle possibile: una volta passata l’onda d’urto, è meglio alzarsi e cercare un riparo più sicuro. Se vi trovare ad assistere allo scoppio, NON guardate mai la zona dello scoppio: la luce è talmente forte anche a distanza di km da causare danni agli occhi e procurare cecità temporanea anche per lunghi periodi.

Il piano di emergenza del governo USA: sopra 10 le case sono considerate quasi sicure

BUNKER CASALINGHI: Se non disponete di un bunker e siete in casa, rimateci, stando il più lontano possibile dalle finestre. Scegliete la stanza con le pareti più spesse o mettetevi dietro a un grosso mobile e allontanatevi da apparecchi elettrici e elettronici. Le abitazioni più sicure sono quelle ai piani sotterranei: se avete una cantina o un garage al di sotto del terreno, cercate di raggiungerlo nel più breve tempo possibile, tenendo presente che i piani più alti sono quelli più esposti. Se abitate in un condominio non abbandonatelo ma cercate di scendere ai piani bassi: i muri attenuano gli effetti dell’esposizione alle radiazioni. I manuali governativi indicano lo strato minimo di materiale che deve frapporsi tra voi e l’aria aperta: si passa dai 21 cm dell’acciaio fino ai 6 metri di neve. Il cemento deve essere invece di non meno di 66 cm, il legno 2,6 metri e la terra di 1 metro. Se vivete in Svizzera, avete l’obbligo di realizzare un bunker nucleare nella vostra abitazione singola, mentre i condomini sono dotati di default di bunker condominiali.

LAVARSI E CAMBIARSI D’ABITO: Appena vi è possibile, lavatevi con molta acqua e sapone ogni zona del corpo e lavate più e più volte anche i vestiti. Non lesinate sulle docce: ogni lembo di pelle va lavato accuratamente per evitare il ristagno di polveri e materiali radioattivi, compresi i capelli e le unghie. Chi era all’aperto durante la denotazione, deve sbarazzarsi degli abiti il più in fretta possibile, evitando di portarli all’interno nel rifugio. Ovviamente non si deve mangiare e bere nulla che sia stato esposto alle radiazioni.

ATTENZIONE AL FALLOUT: Lo scoppio di un ordigno nucleare ha conseguenze nel tempo. È necessario quindi sapere quando è possibile uscire dal rifugio con il massimo grado di sicurezza, evitando cioè di esporsi a radiazioni intense. È quello che gli esperti chiamano Fallout, ossia la ricaduta radioattiva nei momenti successivi all’esplosione, che diminuisce in base al tempo trascorso e alla distanza dal punto zero. Molti esperti consigliano di usare la regola del 7/10 secondo la quale ogni sette ore la radioattività si abbassa di un decimo. Meglio quindi aspettare il più possibile prima di uscire allo scoperto.

NIENTE PANICO, DATE RETTA ALLE AUTORITA’: Il consiglio più importante è non farsi prendere dal panico e cercare di mantenere la calma. Il nostro paese ha un piano in caso di emergenza nucleare: saranno quindi le autorità a gestire i momenti successivi, dandovi tutte le indicazioni. Per fare un esempio, la protezione civile attiverà la profilassi con ioduro di potassio, sostanza che fornisce protezione alla tiroide, ghiandola che tende a fissare lo iodio radioattivo.

Lorena Cacace

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