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Categories: Ambiente

Cometa sfiora Marte: lo spettacolo dell’universo

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Una cometa ha sfiorato Marte, offrendo uno spettacolo straordinario. Si tratta del corpo celeste Siding Spring, che è passato alla distanza di circa 135.500 chilometri. Ci potrebbe sembrare uno spazio enorme, eppure è quello che corrisponde ad un terzo della distanza fra la Terra e la luna. La cometa ha viaggiato alla velocità di 56 chilometri al secondo. Come spiegano gli esperti, comunque, non siamo a conoscenza di altri passaggi così ravvicinati di una cometa ad un pianeta. Anche per questo l’evento è degno di essere menzionato.

L’unica eccezione può essere rappresentata da un’altra cometa, che nel 1994 si è schiantata su Giove. Sono casi eccezionali, che ci fanno riflettere sui delicati equilibri, su cui si regge il nostro universo. Le sonde in orbita intorno a Marte hanno fotografato benissimo il passaggio della cometa. Ma non si tratta soltanto di uno spettacolo naturale, che vale la pena osservare per il suo carattere particolarmente eccezionale. Il tutto si configura anche come un’occasione importante, per studiare alcune parti del nostro universo. Non dobbiamo, infatti, dimenticare che Siding Spring proviene dalla nube di Oort. Quest’area dell’universo potrebbe fornirci molte informazioni sui materiali che esistevano durante la formazione del sistema solare e che ancora potrebbero essere contenuti nel nucleo.

Infatti l’obiettivo principale delle osservazioni è stato quello di fotografare proprio il nucleo della cometa, per studiare gli effetti dei gas e delle polveri rilasciati da questo corpo celeste. Per fortuna le sonde americane, che sono in orbita intorno al pianeta rosso, non hanno subito danni al passaggio della cometa. Le preoccupazioni degli scienziati erano quelle che le polveri della cometa potessero collidere con le sonde. Gli esperti hanno pensato a ridurre questo pericolo, mettendo le sonde per qualche ora in una posizione opposta rispetto a quella che avrebbe segnato il passaggio della cometa. In questo modo Marte è riuscito a fare come una sorta di scudo per proteggere le sonde. Queste ultime hanno già cominciato a mandare informazioni sulla Terra, ma, secondo gli esperti della Nasa, ci vorranno molte ore prima che possa essere completato l’invio di tutti i dati, che poi verranno elaborati. Dopo questa elaborazione ne sapremo sicuramente di più di ciò che costituisce il misterioso universo che circonda la Terra.

Gianluca Rini

Gianluca Rini è stato collaboratore di Nanopress, Tanta Salute e Pourfemme dal 2014 al 2017, occupandosi principalmente di tematiche relative alla salute, l'ambiente, il benessere.

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