Ci troviamo ad Asso, in provincia di Como, dove il brigadiere Antonio Milia ha ucciso il luogotenente dei Carabinieri Doriano Furceri.
I due lavoravano nella stessa caserma e dopo la sparatoria, il brigadiere si è barricato nella caserma che in pochi minuti è stata circondata dai militari e dai corpi speciali.
Anche se non c’è conferma ufficiale della morte del luogotenente, in queste ore sono emersi alcuni dettagli in merito a questo incidente.
Diversi testimoni hanno sentito il presunto omicida esclamare “l’ho ammazzato”, dopodiché fuori dalla caserma di Asso si sono radunati i corpi speciali.
Sarebbero stati esplosi almeno 3 colpi verso il comandante e chi era presente nella caserma ha riferito che almeno uno di questi ha colpito Furceri.
Il comandante è rimasto gravemente ferito prima di morire fra atroci dolori, inoltre ci sarebbero anche alte due vittime.
Dopo il fatto, il brigadiere si è chiuso all’interno della struttura e quindi nessuno è potuto entrare per constatare le reali condizioni delle persone colpite.
Ad asso sono subito giunti i reparti militari e quelli speciali per intervenire in caso la situazione degenerasse.
Sono stati momenti di paura in cui i militari appostati fuori dalla caserma di Asso muniti di giubbotti antiproiettile strumentazione avanzata, hanno cercato di far tranquillizzare l’uomo.
Ma chi è davvero Antonio Milia? Secondo quanto emerso, il brigadiere era in servizio nella caserma di Asso da diversi anni e sembra che le sue condizioni psichiatriche non fossero buone.
Infatti in passato era stato ricoverato nel reparto di psichiatria dell’Ospedale Sant’Anna di Como. Poi è stato dimesso e rimase in convalescenza per alcuni mesi.
Per queste caratteristiche venne giudicato da una Commissione Medico Ospedaliera che ne affermò l’idoneità per il servizio nell’Arma.
Secondo le ricostruzioni, il brigadiere era rientrato in servizio da pochi giorni mentre il comandante era stato trasferito ad Asso a febbraio. L’uomo proveniva da una caserma di Bellano da cui era stato mandato via in seguito a fatti vergognosi.
Infatti i muri della città erano stati tappezzati scritte contro la sua persona perché sembra che avesse avuto delle scappatelle con donne sposate. La situazione era diventata molto pesante e così si decise per il trasferimento nel mese di febbraio, mentre i fatti appena riportati erano avvenuti a dicembre.
Ora gli investigatori che stanno cercando di ricostruire quando avvenuto poche ore fa ad Asso, si concentrano soprattutto su questo particolare per capire se possa essere collegato all’omicidio.
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