Como, vietato dare da mangiare ai clochard: volontari e Caritas contro il sindaco

Clochard

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A Como è vietato dare da mangiare ai clochard. Lo ha stabilito il sindaco, con un’ordinanza per il decoro urbano che sta facendo discutere e fioccare multe. Mario Landriscina, sindaco di centrodestra, venerdì ha deciso di usufruire del decreto Minniti sul decoro urbano e di sfrattare dal centro clochard e mendicanti.
Il risultato? I volontari che da tempo offrono latte e pasti caldi ai senzatetto sono stati multati dai vigili. Gli agenti sono stati chiamati da alcuni cittadini per fare allontanare clochard e altri personaggi sgraditi dai Portici e non hanno potuto che eseguire l’ordinanza del sindaco. Hanno allontanato i senzatetto e hanno anche multato i volontari che stavano offrendo loro generi di conforto.

«Ci hanno impedito di offrire la colazione alle persone che dormono all’aperto – accusano i volontari di WelCom – Ci è stato detto che i nostri semplici gesti sarebbero contrari alla nuova ordinanza del Comune di Como voluta per la tutela della vivibilità e del decoro. Ci è stato detto che fino al 10 gennaio non ci è possibile portare un piccolo simbolo d’amore a queste persone, non ci è possibile perché in vista del Natale non è decoroso. La rabbia prende l’anima, una rabbia scatenata dall’ipocrisia di chi sputa sui valori più importanti, sulle persone più importanti».

«Si è creata una situazione delicata e difficile per tutti, cercheremo subito di trovare un equilibrio tra l’esigenza di far rispettare il provvedimento e certe situazioni di sofferenza sociale – dice il sindaco Landriscina al Corriere – I vigili si sono trovati nella difficile situazione di dover fare il loro dovere pur se con grande disagio. Non potevano astenersi vista la richiesta di intervento. Stiamo già lavorando per studiare dei correttivi all’ordinanza in modo da trovare un equilibrio in situazioni così delicate».

Contro l’ordinanza del sindaco di Como anche la Caritas diocesana. «Il sindaco di Como faccia un passo indietro e magari accolga queste persone perché possano vivere un Natale dignitoso – spiega il direttore Roberto Bernasconi –. In città le feste sembrano essersi ridotte a un fatto meramente commerciale dimenticando i drammi durissimi che ci stanno interessando da vicino: non solo i migranti, ma anche famiglie che non ce la fanno ad andare avanti, anziani sempre più soli, giovani che non riescono a capire quale sia il senso della loro vita, e un carcere sempre più dimenticato dove 500 persone sopravvivono, non vivono».

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