Alle comunali si voterà solo domenica 5, il Ministro dell’Interno Angelino Alfano ha annullato il decreto legge che fissava il voto di domenica e lunedì per le prossime amministrative e per il referendum. Inizialmente il Governo aveva aperto alla possibilità di allungare i tempi di voto, Matteo Renzi aveva fatto ‘due conti’ e alla scelta di votare anche il lunedì aveva detto: “Perché no?”.
“Non me n’è mai fregato nulla di fare le elezioni in due giorni. Anzi, fin dalla prima Leopolda noi abbiamo sostenuto l’Election day ed eravamo contrari all’ipotesi del raddoppio” ha detto il premier e ha spiegato: “Abbiamo verificato i costi. Lasciare aperti i seggi sarebbe costato 4 milioni e 800 mila euro in più. Anche se non ero d’accordo mi sembrava una scelta di buon senso votare anche lunedì. Mi sono detto: perché no?”. Il premier confessa che i candidati sindaco di Milano e Roma delle opposizioni hanno chiesto di votare anche il lunedì e lui ha provato a dare una risposta affermativa, poi però si è verificato il passo indietro di Angelino Alfano e la polemica con le opposizioni: “Hanno contestato la decisione del 5 giugno perché coincideva con il ponte del 2. Ma il 15 maggio, domenica scorsa, non si poteva fare perché si svolgeva la festa degli Alpini. Il 12 giugno è una festa ebraica. Abbiamo individuato il 5. Reazione delle opposizioni: ‘Vergogna. Renzi è in difficoltà nei comuni e ha paura dell’affluenza’. Ma io non ho paura…”. E dalle polemiche non si sfugge comunque: “E’ un governo che riesce a cambiare idea ogni mezz’ora, mi dispiace perché più cittadini partecipano ed è meglio per la democrazia. Renzi ormai ha paura anche della sua ombra, vorrà dire che vinceremo in un solo giorno” ha commentato il leader della Lega, Matteo Salvini.