Attraverso un emendamento presente nella Manovra, si prevede che le città che hanno delle presenze turistiche 20 volte più alte di quelle dei residenti, hanno la possibilità di aumentare l’imposta a partire dal primo gennaio del 2023.
Un dato che farà riferimento a ciò che ha pubblicato l’Istat, ossia quell’analisi che si riferisce al triennio precedente all’anno durante il quale verrà deliberato l’aumento.
Prendere la decisione di aumentare l’imposta di soggiorno a 10 euro all’interno dei comuni capoluogo di provincia sarà molto più semplice.
E questo è ciò che potrebbe accadere dopo le ultime rivelazioni in quei posti in cui le presenze turistiche sono 20 volte più alte di quelle dei residenti.
Questo è ciò che prevede un emendamento della manovra che è stato approvato all’interno della commissione di bilancio in cui si va a stabilire che i comuni non dovranno più essere individuati attraverso un decreto ministeriale.
I comuni infatti potranno far riferimento direttamente ai dati pubblicati dall’istat che riguardano le presenze turistiche medie che sono state registrate durante i tre anni precedenti al periodo in cui sarà deliberato l’aumento dell’imposta.
Per il periodo che va dal 2023 al 2025 si andrà quindi a prendere in considerazione le presenze turistiche del triennio 2017/2019 e quindi ciò di cui si farà riferimento è quel il periodo in cui il covid ha modificato le viti di tutti noi.
I comuni quindi avranno la possibilità di aumentare la tassa di soggiorno a 10 euro dal primo gennaio del 2023.
Attualmente la tassa di soggiorno è decisa dai comuni attraverso un adeguamento più bassa per bed and breakfast e affittacamere mentre coloro che alloggiano all’interno di hotel dovranno versare all’amministrazione locale 5 euro in media per tutte quelle strutture che appartengono alla fascia medio alta.
Federalalberghi ha voluto così commentare questa situazione “Maggioranza e opposizione si uniscono per sbloccare l’aumento delle tasse sui turisti. È un pessimo regalo di Natale per le imprese e i lavoratori turistici delle destinazioni interessate, che con grande fatica si stanno risollevando dal baratro in cui erano sprofondate durante la pandemia e sono tuttora alle prese con la stangata del caro energia”.
La presidente di Federturismo Confindustria Marina Lalli afferma che in quel momento in cui il turismo stava finalmente ripartendo dopo due anni di restrizione, sono rimasti sorpresi dalla tempistica di un emendamento proposto dalla manovra per quanto riguarda le imposte di soggiorno.
Infatti, la presidente spiega che tramite questa modifica c’è la possibilità di aumentare la tassa di soggiorno a 10 euro in tutte quelle città in cui si sono state delle presenze turistiche più alte di venti volte superiori rispetto ai residenti.
Marina Lalli aggiunge che si tratta di un provvedimento che, all’interno di una fase di riavvio del turismo, potrebbe compromettere il recupero di quelle destinazioni che con grande difficoltà stavano riuscendo a rialzarsi
“I comuni non possono pensare di continuare a far cassa a colpi di tasse che colpiranno la fascia di turisti che pernotta nelle strutture ricettive e che non toccherà invece quella enorme platea di soggetti che a vario titolo e non sempre legalmente, offre alloggio nelle destinazioni turistiche”.
Ecco come termina il pensiero la presidente di Federturismo Confindustria Marina Lalli.
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