Provare a sorridere e sentirsi al sicuro, al concerto di Ariana Grande a Manchester di domenica, era difficile dopo l’attentato a Londra. Tra i 50mila dello stadio del cricket di Old Trafford, oltre alla felicità di vedere dal vivo Ariana Grande e le altre star accorse sul palco per lanciare un messaggio contro il terrorismo, serpeggiava anche l’amarezza di dover fare i conti con altre morti, quelle di Londra.
One Love Manchester è stato il tema scelto dalla cantante americana Ariana Grande per commemorare le vittime dell’attentato alla Manchester Arena del 22 maggio, e per lanciare un messaggio di amore, speranza, di non resa nei confronti dell’odio e della morte. In quella occasione, mentre la pop star stava cantando per la gioia di bambini, teenager e genitori accompagnatori, Salman Abedi si faceva esplodere causando la morte di 22 persone, tra cui sette bambini. Il concerto di Ariana Grande a Manchester di ieri si è trasformato, purtroppo, nell’occasione per commemorare anche le sette vittime dell’attentato di Londra accaduto poche ore prima.
Uno schiaffo in faccia a chi, nonostante tutto, ha voluto affrontare ore di serrati controlli da parte della polizia (vietato l’ingresso con zaini e borse grandi) e provare a vivere una serata di speranza. Difficile, sapendo che poche ore prima altre persone hanno perso la vita a causa della follia omicida di quelli dell’Isis.
Concerto Ariana Grande Manchester: i cantanti sul palco
Le ombre dell’attentato di Londra hanno aleggiato sull’Old Trafford mentre sul palco si alternavano Ariana Grande, la protagonista e ideatrice dell’evento, in appena due settimane, Justin Bieber, Miley Cyrus. Gli idoli pop dei teenager. Ma non solo: accanto a loro star del pop e del rock, da Katy Parry ai Coldplay, da Robbie Williams all’ex Oasis Liam Gallagher. Cantanti che, senza un motivo grande come quello di ieri, mai sarebbero saliti sullo stesso palco. «Ho due figli, è un problema che conosco e che mi pongo anch’io», ha raccontato Chris Martin dei Coldplay, prima di salire sul palco e interpretare la canzone degli Oasis «Don’t look back in anger» (Non guardare al passato con rabbia): «Quando succedono cose come queste c’è la sensazione che forse sarebbe meglio stare a casa, chiudersi dentro. Invece uscire, venire a un concerto, ballare insieme ad altri, stare insieme è l’antidoto perfetto, perché la realtà è che non siamo soli. Insieme possiamo farci forza».
Concerto Ariana Grande Manchester: le testimonianze
«Questa mattina quando ci siamo svegliati e abbiamo sentito la notizia dell’attentato a Londra abbiamo pianto», ha raccontato una mamma, come riporta il Corriere della Sera. «Non sapevo se dirlo ai ragazzi o no, alla fine ho deciso di sì, tanto lo avrebbero scoperto». La donna ha vissuto con terrore l’attentato di Manchester: «Mia figlia Bella era all’altro concerto, quello dell’Arena. Ha 14 anni. Era la prima volta che dicevo sì, che la lasciavo andare con le amiche, senza adulti. È sempre difficile per un genitore decidere quando è il momento di allentare i controlli, ma stamattina, quando Bella mi ha detto che non era certa di voler andare al concerto, mi sono sentita peggio. Non è giusto che crescano nella paura». Già, non è giusto. Ma non avere paura sta diventando sempre più difficile.