Un accordo che, sembrava, non potesse arrivare mai. Ed invece le forze di Governo sono riuscite a trovarlo sulla questione concessioni balneari. Definire nuovi criteri di indennizzo uniformi è solo uno dei passaggi chiave.
Se da un lato il Premier Draghi si dice sereno per l’accordo, dall’altro lato, le forze di opposizione non sono tutte della stessa opinione.
È il DDL Concorrenza quello sul quale il Senato, nello specifico la commissione Industria, ha trovato un accordo e dato l’ok. Sembrava che le concessioni balneari fossero uno scoglio insormontabile, dove nessuna forza politica fosse d’accordo con l’altra. Ed invece, alla fine, la quadra è stata trovata.
Tante le trattative, durate anche settimane, ed un blocco che andava ad oltranza. Ma è stata anche la pressione dello stesso Premier Draghi a smuovere le acque e a far trovare l’intesa alle forze politiche. L’attuale emendamento, che arriverà lunedì in Senato, rimanda ad altri decreti attuativi il definire e trovare degli “uniformi criteri” per quantificare al meglio l’indennizzo da dare “al concessionario uscente”, che precedentemente, era a carico, invece, di chi subentrava.
Un argomento complesso al quale non si riusciva a trovare un’intesa. Il testo approda in Senato e sarà votato, anche come aveva chiesto Draghi, accelerando sulla decisione da parte delle commissioni competenti.
Se la legge entrerà in vigore, nel giro di 6 mesi questi criteri di indennizzo, di cui dicevamo sopra, dovranno esser definiti. Per quanto riguarda, invece, la scadenza delle concessioni balneari, la soluzione era stata già trovata nei giorni scorsi. È stato stabilito, infatti, che, entro il 31 dicembre dell’anno prossimo, l’autorità competente in materia, se “in presenza di ragioni che impediscono la conclusione della procedura”, o per un contenzioso pendente o per altre difficoltà oggettive, può rinviare i termini della procedura stessa, entro e non oltre il 31 dicembre del 2024.
Una boccata d’ossigeno per i titolari delle concessioni che, però, dovranno tenere conto della nuova disciplina in materia di procedure selettive che il Governo stesso dovrà poi definire.
Non una situazione facile da risolvere se pensiamo che non tutte le forze politiche sono d’accordo. Una forte protesta è quella della Lega che ha visto stralciato il requisito di esperienza che un concessionario matura (o ha maturato) nella gestione anche di altri beni pubblici, che siano diversi dalle spiagge.
Modifiche che non sono del tutto chiuse, visto la contrapposizione delle forze politiche su alcuni punti. Lunedì, con il voto in Senato, vedremo se cambierà o meno la situazione.
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