Concessioni balneari rimandate di un altro anno: questa la decisione del governo, dopo la trattativa con i rappresentanti di categoria.
Slitta, di un altro anno, la messa al bando delle concessioni balneari. Questa la decisione, presa dal governo a termine di una tortuosa trattativa che ha visto l’incontro dei rappresentanti di categoria e gli esponenti di Fratelli d’Italia, discutere dell’annoso argomento di cui si discute da tanto tempo. Ecco la situazione che si è venuta a delineare e come il nostro Paese potrebbe disattendere le prescrizioni del Consiglio di Stato per quel che concerne le proroghe.
Concessioni balneari rimandate di un altro anno
Dopo una lunga trattativa con i rappresentati di categoria, il Governo ha deciso che le concessioni balneari non saranno rimesse all’asta l’anno prossimo. La procedura, infatti, slitta di un altro anno. Una questione complicata ed annosa, di cui si parla da molto tempo.
In un primo momento, inoltre, la rimessa al bando delle concessioni era prevista, dal precedente governo Draghi, per il 1° gennaio 2024. Cambiano, dunque, le carte in tavola – ancora una volta.
Diversi esponenti della maggioranza di governo hanno presentato, nelle scorse settimane, in merito alle concessioni, vari emendamenti al decreto Milleproroghe, anche se nessuno è stato accettato dall’esecutivo.
In virtù della situazione che si è delineata, dunque, la data sarà fissata al 1° gennaio 2025, se la maggioranza appoggerà l’emendamento firmato dal senatore Maurizio Gasparri.
Volontà politica di risolvere la questione
Maurizio Gasparri ha parlato della questione, affermando che si tratta di “una vicenda complessa” che si porta avanti da diversi anni e per la quale il governo sta cercando “una soluzione”.
Oltre al rinvio precedentemente citato, ce n’è anche un secondo, che riguarda la concorrenza sulla mappatura delle concessioni e sul divieto di pubblicare bandi in attesa di decreti attuativi. La scadenza, dunque, è fissata per il mese di luglio 2023.
Fratelli d’Italia, dunque, sottolinea la propria “volontà politica” di attuare le azioni mirate a difendere “le aziende del comparto“. A ciò, come sostiene il governo, si affianca anche la propensione a trovare “una soluzione definitiva” che possa risolvere, una volta per tutte, la delicata vicenda. I gestori delle spiagge, dunque, possono festeggiare per questa piccola vittoria, anche se una decisione definitiva è la meta a cui si punta.
Se la decisione sarà confermata, porterà, inevitabilmente, l’Italia a non rispettare le indicazioni europee, nonché le prescrizioni del Consiglio di Stato che aveva impostato, per il nostro paese, il divieto di proroga delle concessioni oltre il 2023.