Concorsi pubblici: 100 milioni di costi al mese, e poi ci sono i ricorsi

Concorso

Per soli due concorsi pubblici, 393.413 candidature. Posti a disposizione: appena 800, da cancelliere, 30 da vice assistente della Banca d’Italia. Per il primo concorso, sono arrivate 308.468 domande, per il secondo 84.745. Del resto, in un Paese come l’Italia con la disoccupazione giovanile al 40 per cento, ogni occasione è buona per tentare di fare un vero e proprio terno al Lotto.

Tante le domande, tanta la necessità di scremare. E così, Bankitalia ha dovuto escludere 76mila diplomati che, puntualmente, stanno mettendo a punto i ricorsi. I sindacati ringhiano contro via Nazionale: escludere i non laureati è discriminatorio. Il Tar potrebbe riammetterli, anzi con tutta probabilità li farà. Aveva già annullato una delle regole del bando: per essere ammessi alla prova scritta, bisognava aver preso almeno 105 come voto di laurea. L’Italia dei concorsi fa rima sempre con l’Italia dei ricorsi.

A luglio del 2016 il primo concorso regionale per 40 infermieri negli ultimi nove anni era stato annullato dal Tar del Lazio. Sei mesi dopo, sempre il Tribunale amministrativo aveva fermato il concorso per 150 infermieri a Torino, dopo che in 2.500 avevano già superato le selezioni. E vogliamo parlare del concorsone del Comune di Roma? Bandito nel 2010, è stato sospeso per sette anni. Ma non per colpa del Tar, questa volta. Prima la defenestrazione del presidente di commissione, il capo dei vigili urbani. Poi la scoperta che le buste lasciano intravedere il contenuto. Infine, la seconda e la terza commissione dimissionarie. Un pasticciaccio non brutto, orribile. A giorni, se tutto andrà bene, ci saranno gli orali. Si entrerà in graduatoria senza la certezza dell’assunzione.

C’è chi l’esame lo passa molto bene, ma poi riceve una busta che non conteneva la lettera d’incarico, ma l’annullamento delle prove. “Le prove non rispettano, in termini di eccessiva complessità, le indicazioni del bando per quanto attiene alle prove d’idoneità in esso contenute, con conseguenze violazione della lex specialis che il bando stesso costituisce”. Ci sono anche i costi, naturalmente: il 45% di chi affronta un concorso, studia almeno cinque mesi senza lavorare. “Costi così elevati possono scoraggiare i candidati più capaci e con migliori prospettive di mercato”. Il costo opportunità per il Paese, sopportato nel 2014 per 280mila partecipanti ai concorsi pubblici, ha superato il miliardo e 400 milioni. Vale a dire più di cento milioni al mese. E poi, spesso, i concorsi vengono ribaltati dai tribunali.

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