Il pusher che vendette la droga a Maddalena Urbani, causandone la morte, è stato condannato a 4 anni e mezzo e ora è già libero. Il siriano era stato condannato in primo grado a 14 anni per omicidio volontario con dolo eventuale. La pena è stata però abbassata in appello e ora è fuori di prigione. La ragazza di 21 anni morta per overdose nel 2021 in un condominio sulla Cassia era la figlia di Carlo Urbani, lo scienziato che per primo isolò la Sars, morto proprio a seguito della polmonite atipica pochi mesi dopo. Ad ucciderla, un mix di droghe e medicinali, fornitegli dal pusher.
È libero, il pusher dal quale acquistò la sostanza stupefacente Maddalena Urbani, la ragazza morta per overdose nel 2021, mentre si trovava all’interno di un appartamento in un condominio tristemente noto per lo spaccio di droga. L’uomo in primo grado, era stato condannato a 14 anni per omicidio volontario aggravato da dolo eventuale, ma la sentenza di appello ha abbassato la sua condanna a 4 anni e mezzo, e ora i giudici lo hanno fatto uscire di prigione. Maddalena era figlia di Carlo, il medico che per primo nel 2003 aveva isolato la Sars, rimanendone tuttavia vittima a sua volta pochi mesi dopo. Sempre la Corte d’Assise d’Appello ha condannato anche a tre anni l’amica di Urbani, che si trovava con lei nell’appartamento, per omicidio colposo. L’uomo non avrebbe fornito soccorsi tempestivi alla ragazza, dopo che quest’ultima era caduta in uno stato semi-cosciente.
I giudici della Corte d’Assise d’Appello hanno abbassato la sentenza di Abdulaziz Rajab, siriano di 69 anni, facendola passare da quella di 14 anni a 4 anni e mezzo e facendolo uscire dal carcere. L’uomo era agli arresti domiciliari per droga nello stesso appartamento dove venne poi ritrovata morta Maddalena Urbani, uccisa da un mix di sostanze stupefacenti e farmaci.
Sarebbe stato lui non solo a fornirgliela, ma anche a non avvisare per tempo il 118 che avrebbe potuto salvarle la vita. Condannata a tre anni per omicidio colposo anche l’amica Kaoula El Haouzi, che era in compagnia di Maddalena. Quest’ultima era la figlia di Carlo Urbani, scienziato “eroe” che per primo aveva individuato il virus della Sars nel 2003, la stessa che poi ne avrebbe causato il decesso a pochi mesi di distanza.
Urbani venne soccorsa solo 12 ore dopo, un ritardo colpevole da parte delle persone che si trovavano con lei in quel comprensorio già famoso per essere luogo di spaccio vicino alla Cassia a Roma. Nella sentenza di primo grado, i giudici avevano specificato che “sarebbe bastata una telefonata tempestiva al 118 per salvare Maddalena”.
I parenti di Urbani, morta nel 2021, avevano riferito di non sapere che si drogasse, anche se nutrivano preoccupazioni sul suo stato di salute: “Lavorava in un bar a Perugia. L’avevo sentita due giorni prima della tragedia, non immaginavamo che si drogasse, però eravamo preoccupati” aveva spiegato ai giornalisti, ai tempi, il fratello Luca, che come altri era rimasto molto scosso nell’essere avvisato della morte della sorella, che da qualche tempo aveva lasciato Castelplanio, il paese marchigiano dove viveva la famiglia, per trasferirsi a Perugia.
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