Incredibile svolta nella vicenda di Kathleen Folbigg, una donna australiana condannata 20 anni fa per l’omicidio dei sui 4 bambini, oggi graziata. I figli sarebbero morti effettivamente per un gene letale, come da lei sempre affermato. Un’indagine ha infatti stabilito “il ragionevole dubbio”, dopo che due anni fa decine di scienziati internazionali avevano firmato una petizione in cui chiedevano la sua liberazione dopo nuove prove che avevano rivelato come la morte dei bambini fosse da imputare a mutazioni genetiche o difetti alla nascita.
Una donna di 55 anni è stata graziata dopo aver passato 20 anni in carcere, accusata dal 2003 di essere la responsabile della morte dei suoi 4 bambini, di età compresa tra le poche settimane di vita e i 3 anni. Kathleen Folbigg, questo il nome della donna, ritenuta per tutto questo tempo “una delle peggiori serial killer d’Australia”, aveva sempre professato la sua innocenza, parlando di decessi da imputare a gravi patologie genetiche. Condannata a una pena di 30 anni, pochi giorni fa è stata graziata e scarcerata, grazie sai progressi della scienza e in particolare del ramo genetico, che dopo questo enorme lasso di tempo, è riuscita a dimostrare come effettivamente Folbigg fosse portatrice sana del gene Calm2, in grado di causare gravi aritmie cardiache.
Una donna condannata a 30 anni di prigione è stata graziata e scarcerata in Australia. Kathleen Folbigg non ha ucciso i suoi figli, ma sarebbe stata portatrice sana di un gene in grado di causarne la morte
L’accusa, per lei, era pesantissima, ovvero quella di aver provocato la morte dei figli Caleb, Patrick, Laura e Sarah, deceduti tutti tra il 1989 e il 1999. Secondo i pm del tempo, nel 2003, era stata lei a ucciderli, soffocandoli, ritenendo improbabile che tutti e 4 fossero morti per cause naturali. I giudici, quindi, le avevano comminato una pena durissima, 30 anni, ritenendola responsabile.
Folbigg aveva sempre protestato con veemenza, proclamandosi innocente, e ora i risultati di nuovi esami forensi le hanno dato ragione, istituendo un “ragionevole dubbio” che ha portato alla sua grazia e successiva scarcerazione. La donna sarebbe sempre stata inconsapevole portatrice sana del gene Calm2, in grado di provocare aritmie fatali nei neonati.
A testimoniare in suo favore, uno dei consulenti del giudice, Peter Schwartz, uno dei massimi esponenti del settore: “Le mutazioni sul gene Calm2 influiscono sulla trasmissione del segnale elettrico nel cuore. Già nel 2013 era stato dimostrato che mutazioni su questo gene possono provocare morte improvvisa nei bambini, soprattutto in quelli molto piccoli”.
Proprio grazie a questa nuova evidenza, il procuratore generale Michael Daley ha richiesto la scarcerazione della donna, rilasciando la seguente dichiarazione: “Credo che tutti noi dobbiamo metterci nei panni della Folbigg e darle lo spazio di cui ha bisogno per andare avanti con la sua vita, senza molestarla o perseguitarla in alcun modo. È stato un calvario lungo 20 anni per lei. Le auguriamo ogni bene per il resto della sua vita”.
La donna, oggi 55enne, ha tuttavia passato 20 anni della sua vita rinchiusa ingiustamente, e questo potrebbe trattarsi di uno degli errori giudiziari più clamorosi dell’Australia. Inoltre, non è detto che Folbigg possa anche decidere di portare in giudizio e chiedere un risarcimento milionario per le traversie costretta a passare dietro le sbarre.