Nicolò Passalacqua, aggressore di Davide Ferrerio che l’ha ridotto in fin di vita, è stato condannato a 20 anni e 4 mesi. Tensioni durante il processo.
Il gup di Crotone ha stabilito una condanna a 20 anni e 4 mesi di reclusione per Nicolò Passalacqua, 23 anni. Il giovane è accusato di tentato omicidio aggravato da premeditazione e futili motivi. I fatti risalgono all’11 agosto dell’anno scorso, quando Passalacqua aggredì il 21enne Davide Ferrerio, da allora ricoverato a Bologna in coma irreversibile.
Il Pm Pasquale Festa aveva chiesto nel corso del processo che Passalacqua fosse condannato a 20 anni. Il giovane si trova in carcere da subito dopo l’aggressione, avvenuta ad agosto scorso. La richiesta è diventata sentenza, e Nicolò Passalacqua è stato condannato a 20 anni e 4 mesi di reclusione.
Il processo si è svolto con rito abbreviato, motivo per cui la pena comprende già lo sconto di un terzo. Presenti in aula anche il sindaco di Crotone, Vincenzo Voce, e il delegato della Provincia, il consigliere Francesco Sirianni. Comune e Provincia partecipano al processo come parti civili.
Nell’udienza precedente a questa, l’imputato aveva dichiarato di non voler uccidere Davide. In tal caso, ha detto, avrebbe infierito sul corpo, avrebbe portato con sé una pistola o un coltello o l’avrebbe colpito quando era a terra. “Invece, gli ho dato un pugno e una ginocchiata perché ero nervoso” ha concluso, poi ha chiesto scusa alla famiglia della vittima.
L’avvocato difensore di Passalacqua, Salvatore Iannone, ha chiesto in corso d’udienza che le imputazioni fossero modificate passando da tentato omicidio a lesioni gravissime. L’avvocato ha affermato che ci si aspetta giustizia, perché il suo assistito deve pagare per il grave errore che ha commesso, ma non deve essere il capro espiatorio di “qualcosa che non dovrebbe accadere nella nostra civiltà”.
L’avvocato ha poi proseguito definendo la richiesta della condanna a 20 anni esagerata trattandosi di una contestazione per tentato omicidio in rito abbreviato. La condanna, ha affermato, non può essere percepita come giusta dall’imputato, cosa che la priverebbe del suo stesso valore.
Secondo Iannone, infatti, “la condanna per essere socializzante deve essere percepita come giusta”. E in effetti, la sentenza va anche oltre la richiesta di 20 anni da parte del Pm.
Insieme alla condanna, il giudice ha emesso un rinvio a giudizio per due ulteriori imputati. Si tratta di Andrej Gajtu e Anna Perugino, che sono accusati di concorso anomalo in tentato omicidio.
Tra i due, la donna è la mamma della ragazzina al centro della questione che ha portato al pestaggio di Davide Ferrerio. Gajtu è il suo compagno, e i due compariranno davanti al Tribunale di Crotone il prossimo 15 giugno.
Prima che il processo avesse inizio, questa mattina, ci sono stati attimi di tensione. Fuori dall’ufficio del Tribunale, infatti, le famiglie della vittima e dell’imputato si sono incontrate e hanno iniziato ad insultarsi. La famiglia della vittima si è rivolta alle forze dell’ordine, perché il fratello di Davide, Alessandro Ferrerio, ha riportato di essere stato minacciato di morte.
La famiglia ha anche chiesto di poter usufruire di una scorta, perché temono di non riuscire a tornare a Bologna sani e salvi. L’avvocato della famiglia, Fabrizio Gallo, ha fatto sapere che i suoi assistiti presenteranno una denuncia per minacce e chiederanno una scorta per tutelare la propria sicurezza.
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