A seguito della condanna a due anni di carcere per Ousmane Sonko, principale oppositore di Macky Shall, sono iniziate le proteste in tutta la nazione. Le proteste violente hanno portato alla morte di 9 persone.
Sonko è stato condannato a due anni di carcere per corruzione di giovani, secondo l’opposizione di governo è una sentenza puramente politica. A causa di questa sentenza la candidatura di Ousmane Sonko alle presidenziali del 2024 è compromessa.
Nella giornata di ieri, 1 giugno 2023, è arrivata la condanna per Ousmane Sonko, il principale oppositore di Macky Shall, attualmente a capo del Senegal.
A seguito della sua condanna a due anni di carcere in tutta la nazione si sono scatenate violenti proteste che hanno portato alla morte di 9 persone.
Il bilancio delle vittime è stato reso disponibile da Antoine Diome, ministro dell’Interno, che ha anche ammesso che il governo attuale ha limitato l’accesso all’utilizzo dei social network in tutta la nazione visto che è lo strumento principale utilizzato dai giovani per organizzare le proteste sul territorio.
Ousmane Sonko è stato accusato inizialmente di stupro e minacce di morte ai danni di una giovane donna, ma dalla sentenza di ieri è stato ritenuto colpevole di corruzione di giovani.
A causa della sentenza e della condanna ai due anni di carcere la sua candidatura alle presidenziali che si svolgeranno nel 2024 è seriamente compromessa.
Per gli oppositori al governo si tratta di una sentenza politica perché non ci sono prove consistente e perché l’attuale presidente, Macky Sall ha spesso fatto incarcerare i suoi oppositori.
Quest’ultimo ha annunciato che intende ricandidarsi alle prossime elezioni presidenziali per un terzo mandato nonostante sia vietato dalla Costituzione nazionale.
Sonko quando è stata annunciata la sentenza contro di lui si trovava nella sua abitazione a Dakar sotto il controllo della gendarmeria, secondo la sua versione sarebbe stato “sequestrato”.
Le forze di sicurezza presenti nell’abitazione di Sonko hanno impedito anche con l’utilizzo della forza ogni tentativo di avvicinamento al leader del partito Pastef-les Patriotes.
La gendarmeria ha allontanato non solo i sostenitori dell’uomo ma anche i suoi avvocati.
Il primo punto in cui si sono scatenate le proteste contro la sentenza che ha interessato Sonko, è stato l’Università di Dakar, da qui poi si sono estese in altri punti della città e anche in altre località del Senegal.
I gruppi di studenti protestanti presenti nel campus hanno lanciato pietre contro le forze di polizia che hanno risposto agli attacchi con l’utilizzo di lacrimogeni.
Molti pullman che appartengono alla facoltà di medicina, al dipartimento di storia e alla scuola di giornalismo sono stati incendiati, e diversi uffici del plesso universitario sono stati saccheggiati.
Altri gruppi di giovani hanno invece attaccato la proprietà pubblica in varie zone della capitale, talvolta bruciando pneumatici e altre immettendo ostacoli nelle strade cittadine.
Diversi gli scontri tra manifestanti e le forze di sicurezza sul luogo, che hanno scelto di utilizzare anche gas lacrimogeni.
Nella capitale Dakar sono molti i negozi che sono stati saccheggiati così come nella città di Ziguichor, dove ci sono state delle vittime, e nelle città di Kaolack, Mbur e Saint-Louis.
I media locali hanno riportato che l’unica linea ferroviaria presente in Senegal ha smesso di funzionare e che i manifestanti hanno interrotto l’autostrada che permette di arrivare all’aeroporto.
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