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Valentino Confalone, General manager di Gilead Italia lancia un messaggio al futuro Governo italiano: “Indipendentemente da quale sarà il Governo che uscirà da queste elezioni, le priorità per il mondo della farmaceutica, e per il mondo della sanità in generale, sono molto chiare: indubbiamente dare accesso all’innovazione in un contesto che deve continuare ad essere sostenibile”. In sintesi il manager focalizza le priorità per le multinazionali che operano nel campo della farmaceutica: contesto certo, credibilità e decisioni rapide. Ma anche accesso all’innovazione coniugato alla sostenibilità, e una revisione del sistema di governance della spesa.
Valentino Confalone guarda alle prossime elezioni politiche del 2018 con gli occhi di una multinazionale del farmaco che ha il suo quartier generale negli States ma che in pratica investe anche in Italia. E illustra quali sono le priorità per le aziende del settore farmaceutico.
Qualunque sia il prossimo Governo, uno dei punti importanti secondo il manager è quello di rivedere il sistema di governance della spesa, un tema che si trascina oramai da anni. L’attuale sistema prevede che, quando si supera il tetto di spesa, le aziende restituiscano parte di quanto sforato, ciò “è diventato ormai strutturale, quando avrebbe dovuto invece essere un sistema basato sulla sola gestione delle eccezioni attraverso un payback”. Secondo Confalone, “garantire risorse adeguate alle attese di spesa sanitaria necessaria per garantire il buon livello di sanità in questo Paese” è prioritario.
Inoltre, per le multinazionali che si avvicinano all’Italia per i propri investimenti, c’è bisogno di “credibilità e di prevedibilità”. Prosegue il manager: “Al sistema indubbiamente ricco di competenze e di capacità industriali e scientifiche si deve aggiungere anche un sistema Paese che garantisca una prevedibilità delle decisioni, che vanno prese con velocità, sia sulla rimborsabilità dei farmaci innovativi che meritino di essere rimborsati, sia in termini di gestione della governance e del payback, ma anche in tema di studi clinici”. Su quest’ultimo fronte, “la rapidità nelle decisioni” è necessaria “per facilitare la sperimentazione clinica anche in questo Paese”, sottolinea.
“Come azienda – precisa Confalone – facciamo tanto da questo punto di vista”. In Italia sono 100 i centri coinvolti negli studi clinici internazionali avviati dalla casa farmaceutica. Secondo i dati disponibili, il contributo alla ricerca indipendente (investigator’s trials) copre attualmente 19 progetti su molecole dell’azienda in tutta Italia, per un totale di 3 milioni di euro nel 2017. “Sarebbe possibile fare ancora meglio se – conclude – la velocità nella gestione degli studi clinici fosse ancora più rapida”.
In collaborazione con AdnKronos
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