Come di consueto, è in corso la conferenza stampa di fine anno del premier Giuseppe Conte, organizzata dal consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti, in collaborazione con l’Associazione della Stampa Parlamentare. Si tratta di un incontro annuale in cui i capi di governo, in questo caso il premier Giuseppe Conte, traccia un bilancio dell’anno passato e delinea una traccia dei provvedimenti in programma per l’anno successivo.
Dopo un anno come il 2020, il premier ha dovuto affrontare una conferenza stampa più complessa del solito, toccando temi scottanti e delicati per il paese, come la campagna vaccinale appena iniziata, il Recovery Plan e la riapertura delle scuole a gennaio. La diretta dell’incontro con il premier si aperto con un minuto di silenzio in memoria delle vittime del coronavirus.
Tra i temi più urgenti affrontati durante la conferenza stampa non poteva ovviamente mancare la campagna vaccinale contro il Covid-19. “Io stesso per dare il buon esempio lo farei subito ma è giusto rispettare le priorità approvate dalle Camere“, ha spiegato il presidente del Consiglio, che ha tuttavia escluso l’obbligatorietà del vaccino, almeno per il momento. “Quando inizieremo ad avere un impatto significativo potremo dire di aver concluso la fase uno, quando saranno vaccinate 10-15 milioni di persone, non credo prima di aprile“, ha risposto il premier sull’ipotesi di un primo bilancio della campagna.
Alla domanda sul perché l’Italia non sia sia assicurata dosi di vaccino come la Germania, il premier Giuseppe Conte replica: “Italia, Francia, Germania e Olanda sono stati i primi paesi che in modo sintonico si sono mossi per l’alleanza per i vaccini, dopo aver già preso contatti con le ditte“. Si tratta dunque di una scelta politica: Italia non ha tentato di assicurarsi altre commesse perché le dosi contrattualmente negoziate sono centinaia di milioni. “E poi L’Italia non l’ha fatto perché all’articolo 7 del contratto della commissione europea c’è il divieto di approvvigionarsi a livello bilaterale“, precisa premier Giuseppe Conte.
Un altro dei temi toccati è la riapertura delle scuole a gennaio, messa in dubbio dalla notizia delle nuove varianti del virus in circolazione. “Auspico che il 7 gennaio le scuole secondarie di secondo grado possano ripartire con una didattica integrata mista almeno al 50% in presenza, nel segno della responsabilità, senza mettere a rischio le comunità scolastiche“, riferisce il premier Giuseppe Conte. E aggiunge: “Se, come mi dicono, i tavoli delle prefetture, hanno lavorato in modo efficace, potremo ripartire quantomeno col 50%”.
“E’ urgente fare una sintesi politica prima possibile attraverso una verifica di maggioranza“, ha commentato il premier Giuseppe Conte, durante la conferenza stampa di fine anno. Il premier ha aggiunto: “Non possiamo permetterci di galleggiare, ma dobbiamo assumerci le nostre responsabilità“. E sul Recovery plan ha precisato che “un Cdm dedicato avverrà nei primi giorni di gennaio“.
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