La Cassazione ha confermato la condanna a due anni per i genitori della 17enne Eleonora Bottaro, per averle negato la chemio.
Secondo quanto emerso, la giovane non voleva essere curata per la leucemia linfoblastica acuta ma a inculcarle in mente queste idee erano proprio loro. Lino Bottaro e Rita Benini si erano sempre opposti alle cure mediche tradizionali, in particolare si erano avvicinati molto al metodo Hamer, che propone come cura dei tumori la vitamina C e la psicoterapia. Ciò ovviamente non ha migliorato le condizioni di salute della ragazza e ora, l’accusa di omicidio colposo formulata nel 2021 è stata confermata, con l’aggravante della prevedibilità dell’evento. In realtà erano stati prosciolti inizialmente ma poi il procuratore di Padova, Valeria Sanzari, ha fatto ricorso. La decisione di oggi non cancella l’amaro per questa morte che probabilmente poteva essere evitata.
Eleonora è morta in giovanissima età per una malattia terribile, una forma di leucemia molto grave che doveva essere trattata con la chemioterapia ma i genitori hanno deciso che quella non era la strada da percorrere. Così la giovane è morta, aveva tutta la vita davanti ma il destino è stato crudele con lei due volte, la prima perché l’ha fatta ammalare di una leucemia linfoblastica acuta, la seconda perché nonostante i medici avessero dato l’80% di possibilità di guarigione alla ragazza se avesse seguito le giuste cure, la sua famiglia ha deciso di fare diversamente.
Proprio questo dettaglio è stato fondamentale per convincere la Cassazione a prendere oggi una decisione definitiva. Lino Bottaro e Rita Benini avevano già ricevuto una condanna a due anni per omicidio colposo, inflitta in primo e secondo grado, ora è stata convalidata nel terzo grado di giudizio.
I genitori di Eleonora l’avrebbero convinta che la chemioterapia non andava bene per lei e da sempre hanno rifiutato questa cura e in generale, rinnegato i farmaci. Invece hanno abbracciato una teoria, quella del medico Ryke Geerd Hamer, che considerava il cancro come la conseguenza di un conflitto psichico e quindi la cura sarebbero delle sedute dallo psicologo, agopuntura, vitamina C, al massimo alcuni cicli di cortisone. La ragazza si fidava ciecamente di loro, i quali le avevano detto che la chemio non era necessaria, anzi nociva. Invece, avrebbero avuto il preciso obbligo di preservare il diritto alla vita della figlia.
Nei tre gradi di giudizio è stata accreditata l’ipotesi che Eleonora sia stata influenzata dai genitori e per questo motivo non ha accettato le cure. Secondo la pm la ragazza non aveva modo di scegliere liberamente. La madre ha continuato a ripetere in aula:
“credo nella giustizia divina, non ho sbagliato niente, rifarei ogni cosa”.
Dopo la sentenza gli imputati hanno dichiarato che dimostreranno che il rifiuto delle cure era la volontà di Eleonora e loro non l’avevano condizionata, solo appoggiata.
La storia di Eleonora Bottaro è iniziata nel 2015, quando la giovane ha iniziato a stare poco bene, con febbre frequente e molti dolori alle ossa, addirittura nel mese di gennaio ha un malore a scuola. Il suo medico di base la visitò e venne sottoposta ad alcuni accertamenti che diagnosticarono la leucemia. Una notizia terribile per la sua famiglia.
Eleonora venne ricoverata nel reparto di Oncoematologia pediatrica dell’ospedale di Padova ma rifiutò la chemioterapia che invece avrebbe potuto salvarle la vita. Probabilmente lo sapeva bene, così come anche i genitori. Ma la madre e il padre la incentivarono a seguire le teorie di Hamer, radiato dall’albo dell’ordine dei medici proprio per aver elaborato la sua medicina alternativa, a partire dal 1981.
I Bottaro sono convinti seguaci del controverso medico tedesco, le quali teorie relative a quella che è nota come “Nuova medicina germanica”, non sono mai state scientificamente dimostrate, così inizia il percorso della 17enne fra vari ospedali in cui viene ricoverata perché ha continue ricadute, ma davanti alle sollecitazioni dei medici, la famiglia risponde sempre allo stesso modo. Eleonora continua a peggiorare e anche se è sempre stata lei in prima persona a rifiutare le cure, sappiamo che a convincerla di ciò è stata la sua famiglia, alla quale il 26 febbraio il Tribunale dei minori di Venezia tolse la potestà genitoriale ordinando di seguire la chemioterapia in una struttura a loro scelta, cosa che ovviamente non avvenne.
Nel febbraio del 2016 viene seguita da un ospedale svizzero nella speranza che fuori dall’Italia le loro idee vengano accettate, anzi si recano nella struttura straniera proprio perché lì opera un medico, Paolo Rossaro, che crede nelle cure alternative e sottopone la giovane a un ciclo di cure naturali.
Tuttavia, anche qui viene proposta la medicina tradizionale perché la situazione è davvero molto grave e in peggioramento continuo. Così i Bottaro rientrano in Italia. Poi il 31 luglio Eleonora viene ricoverata all’ospedale di Schiavonia, nel padovano, dove senza terapia del dolore e con l’unico supporto delle vitamine, muore il 29 agosto, appena diciottenne.
Eleonora non ha mai intrapreso il percorso previsto dai protocolli medici ufficiali e sebbene la sua famiglia di certo non sia la prima né l’ultima a rifiutare la medicina tradizionale scegliendo metodi alternativi, qui parliamo di una malattia estremamente aggressiva. Aveva buone speranze ma i genitori sono veri fanatici delle teorie di Hamer, il padre addirittura aveva fondato un blog sull’argomento, che ora è stato chiuso.
Dal momento che secondo i Bottaro, il cancro era una conseguenza di problemi psicologici irrisolti, in questo caso a scatenare la malattia della figlia sarebbe stata la morte prematura del fratello Luca, avvenuta nel 2013 a causa di un aneurisma.
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