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Cronaca

Confermata l’associazione mafiosa per il clan Di Silvio, oltre 52 anni di carcere

A Roma si è concluso il processo di appello nato dall’inchiesta “Alba Pontina” che ha visto come imputati i membri del clan Di Silvio. Secondo i giudici della Corte di appello è stata confermata l’associazione mafiosa. Il capo del clan detto Lallà, Armando Di Silvio, è stato condannato a 20 anni di carcere, sua moglie Sabina De Rosa a 13 anni e 4 mesi. Queste due le pene più pesanti degli otto incriminati.

Corte d’appello di Roma – Nanopress.it

Tutti gli altri hanno ottenuto una pena che va da un anno ad un massimo di 5 anni. Varie le accuse a loro carico, la Corte d’Appello ha deciso di confermare la sentenza già emessa dal Tribunale di Latina, unica differenza non è stata riconosciuta l’aggravante mafiosa in due capi d’accusa questo ha portato a una leggera riduzione delle pene. Previste anche le somme che il clan dovrà versare a favore delle tre parti civili Regione Lazio, Comune di Latina e Associazione Caponnetto.

Concluso il processo di appello per l’inchiesta Alba Pontina che coinvolge il clan Di Silvio

Si è concluso a Roma il processo di appello nato con l’inchiesta “Alba Pontina” contro i membri del clan Di Silvio che hanno scelto di essere giudicati attraverso il rito ordinario.

I giudici della Corte di appello hanno scelto di confermare l’impianto accusatorio già presentato dalla Direzione distrettuale antimafia della città di Roma, quindi è stata anche confermata la natura dell’associazione mafiosa.

Sono state inoltre accolte gran parte delle richieste presentate dal Procuratore generale che aveva chiesto di confermare le sentenze già emesse dal Tribunale di Latina lo scorso luglio 2021.

In secondo grado però le pene sono state leggermente ridotte, il clan aveva avuto nella prima sentenza un totale di 64 anni di carcere, oggi invece ha ottenuto 52 anni e 7 mesi di carcere complessivi.

Questo “calo” della pena è dovuto al fatto che i giudici hanno scelto di escludere l’aggravante mafiosa per due capi d’accusa che interessano lo spaccio di stupefacenti.

Uomo in manette – Nanopress.it

Le pene detentive e pecuniarie

In conclusione perciò il capo dell’organizzazione criminale Armando Di Silvio detto “Lallà” è stato condannato a 20 anni di carcere, sua moglie Sabina De Rosa è stata condannata a 13 anni e 4 mesi di carcere.

La figlia della coppia, Genoveffa Di Silvio, ha avuto 4 anni di carcere, mentre il marito di quest’ultima, Federico Arcieri, ha avuto 3 anni e quattro mesi di carcere.

Tra gli imputati ci sono poi Angela Di Silvio che è stata condannata a 5 anni di carcere, Francesca De Rosa che è stata condannata a 2 anni e nove mesi, Giulia Di Silvio condannata a 1 anno e nove mesi e infine Tiziano Cesari condannato a 2 anni e cinque mesi di reclusione.

Questi membri del clan Di Silvio hanno dovuto rispondere a varie accuse tra cui associazione di stampo mafioso, estorsione, traffico di sostanze stupefacenti, favoreggiamento, violenza privata, riciclaggio, intestazione fittizia di beni e reati elettorali.

La sentenza ha stabilito anche le somme di denaro che il clan dovrà versare alle tre parti civili nel provvedimento, previsti 10mila euro all’Associazione Caponnetto, 30mila per la Regione Lazio ed infine 40mila per il Comune di Latina.  

Serena Reale

Classe 1989 di Roma, sono mamma, blogger e creatrice di contenuti digitali. Amo creare contenuti di ogni genere dall'editoria alla grafica. Una delle mie più grandi passioni è quella della scrittura che da sempre mi accompagna ed è da sempre lo strumento principale con cui amo esprimermi. Questa mia passione mi ha permesso nel 2013 di avvicinarmi ai blog e di conoscere il mondo digitale ma anche editoriale. Nel tempo ho collaborato a diversi siti, magazine e blog di ogni tematica. Dal 2022 collaboro con Nanopress, dove mi occupo di scrivere articoli di vario contenuto, toccando diversi temi di volta in volta. Ringrazio la redazione per avermi dato questa opportunità che per me è una sfida tutta nuova.

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