Si tratta di febbre Dengue. Il caso, riscontrato nella giornata di ieri a Moncalieri in provincia di Torino, è stato confermato. Avviate le procedure di contenimento.
Firmata l’ordinanza da parte del sindaco di Moncalieri, dopo la conferma del caso di febbre Dengue. Nel comune in Provincia di Torino sono state avviate le procedure di contenimento dell’infezione e contro la diffusione della febbre previste dai protocolli. Intanto il primo cittadino rassicura sullo stato di salute del paziente. L’uomo era rientrato dal Sud America, portando con se in Italia l’infezione tipica dei paesi tropicali. Cosa è la Dengue, come si cura e come si manifesta. Esiste un vaccino: approvata una nuova versione dall’Aifa lo scorso 23 febbraio.
Già nella giornata di ieri erano arrivate notizie sul caso di Moncalieri, di un uomo con sintomi verosimilmente riconducibili al virus Dengue. Lo ha comunicato il sindaco della città in provincia di Torino, dopo gli esami clinici condotti su un uomo che aveva fatto ritorno dal Sudamerica. che anche rassicurato sulle condizioni del paziente il quale sta bene e non è ricoverato in ospedale. Paolo Montagna ha inoltre spiegato che nulla fa pensare a un peggioramento del suo stato di salute, che in ogni caso verrà monitorato giorni per giorno.
Subito sono partiti i protocolli per prevenire la febbre Dengue, tipica delle zone tropicali. Proprio Montagna in queste ore ha firmato l’ordinanza per i protocolli di prevenzione contro la diffusione della malattia.
Malattia che si diffonde tramite le zanzare. Ecco perché come comunicato ancora dal primo cittadino, i tecnici dell’Istituto per le piante da legno e per l’ambiente del Piemonte, insieme alle forze dell’ordine e alla polizia locale, hanno individuato alcuni focolai di zanzara tigre presenti sul territorio, in una delle aree considerate potenzialmente a rischio.
Dopo questi trattamenti di disinfestazione in ogni caso proseguirà il monitoraggio con una maggiore attenzione in tale ambito, con gli enti istituzionali che saranno coinvolti in eventuali future operazioni di questo tipo. La situazione rimane sotto controllo, fanno sapere dal Comune piemontese, ma rimangono le raccomandazioni. Si leggono nella stessa ordinanza quelle ad esempio di attendere 15 giorni prima di consumare fredda coltivate nella zona dove è stato effettuato il recente trattamento. E ancora, di lavare bene la frutta e sbucciarla prima dell’uso.
Ma cos’è la Dangue? Si tratta di una malattia infettiva, tipica dei paesi tropicali e si trasmette tramite la puntura di zanzare. Insetti infetti del genere Aedes, banalmente le zanzare tigre, una specie di origine tropicale per l’appunto, ma che al seguito di involontari traporti si sono diffuse nelle zone più temperate come il centro-sud Europa negli ultimi anni.
Le zanzare sono vettori del virus che appartiene al gruppo Arbovirus, e si manifesta per la maggior parte dei casi con sintomi simili a quelli influenzali. Più raramente si può manifestare in forme più gravi, in quel caso la malattia prende il nome di “dengue emorragica” e può essere anche letale per l’uomo.
Il virus è diffuso nelle zone subtropicali del mondo e nelle aree urbane, con l’exploit durante la stagione delle piogge. Nei mesi scorsi in Sri Lanka sono stati individuati un gran numero di casi. Le piogge infatti contribuiscono alla formazione di ambienti umidi nei quali le zanzare depongono le uova e il proliferare di acqua stagnante facilita la diffusione del virus.
Solitamente in Europa i casi vengono ricondotti per la quasi totalità a importazione da altri paesi (appartenenti alle aree endemiche).
I sintomi sono solitamente febbre alta, dolori muscolari e articolari, nausea, vomito e mal di testa. Certe volte possono manifestarsi anche eruzioni cutanea, per una durata massima di 7 giorni in media. Spesso i sintomi vengono confusi con altre malattie che vanno a causare la febbre alta, anche perché nella maggior parte della popolazione i sintomi scompaiono dopo un paio di settimane. Circa 1 paziente su 20 viene poi colpito da una forma grave, la già citata dengue emorragica. Le complicazione che ne possono derivare sono ad esempio lo choc emorragico.
La diagnosi viene effettuata dopo esami del sangue. Solo con le analisi si può rilevare la presenza del virus o degli eventuali anticorpi. In questo momento non esiste una terapia ben definita, con i trattamenti che mirano alla cura dei sintomi principali come detto tra i quali la febbre, la disidratazione e gli altri sintomi influenzali.
Ed è forse la prevenzione il tasto più dolente, essendo nella quasi totalità basta sul controllo delle zanzare, vettori del virus. In questo senso l’unica arma a disposizione è quella della disinfestazione e della riduzione della popolazione degli insetti e delle specie che nello specifico portano il virus dengue. Sul territorio il modo migliore di intervenire è quello di eliminare possibili nidi per le uova di zanzare, nelle zone adiacenti a fiumi e stagni.
Per i cittadini è consigliato l’utilizzo di spray repellenti, ma anche delle zanzariere. Soprattutto il portare particolare attenzione a non fare ristagnare l’acqua nei pressi della propria abitazione, che potrebbe favorire il proliferare di zanzare (le quali depongono le uova anche in pozzanghere microscopiche).
Ma esiste un vaccino contro il virus dengue. Di recente, il 23 febbraio 2023, l’Aifa (Agenzia italiana del farmaco) ha infatti autorizzato la commercializzazione – nonché l’utilizzo – di “Qdenga” prodotto da Takeda un’azienda farmaceutica giapponese. Si tratta di un nuovo vaccino in grado di intervenire su tutti i stereotipi del virus Dengue. Il vaccino aveva già ottenuto pochi mesi prima, il 5 dicembre 2022, l’approvazione anche dalla EMA (European Medicines Agency).
Tra le novità importanti del vaccino appena approvato, vi sono oltre alla possibilità di attenuare tutti i stereotipo dengue (DEN-1, 2, 3 e 4) anche quella della fascia di somministrazione. Qdenga di Takeda infatti potrà essere somministrato ai bambini con età superiore ai 4 anni. La somministrazione prevede 2 dosi, ad almeno 3 mesi di distanza l’una dall’altra, e come effetti avversi potrebbero presentarsi (in ordine decrescente di percentuale) sintomi come dolore al braccio in cui avviene la puntura, mal di testa, dolore ai muscoli simili alle contrazioni – mialgia – eritema nel punto della somministrazione, malessere generale, debolezza generale e perdita delle forze e infine febbre.
Secondo quanto affermato dai docenti di Igiene e Medicina Preventiva dell’Università di Firenze, un’altra importante novità risiede nel fatto che Qdenga potrà essere somministrata ai soggetti che non hanno mai contratto prima il virus, e si estende ai bambini tra i 4 e i 6 anni, oltre che alle persone di età superiore ai 45 anni. Per l’immunizzazione inoltre sono necessarie un minor numero di dosi rispetto alle precedenti versioni.
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