Lucy Letby, per tutti ormai l’infermiera killer di neonati del Regno Unito, è stata condannata all’ergastolo.
La donna è accusata di aver ucciso 7 bambini presso il Countess of Chester Hospital nel periodo in cui lavorava nel reparto maternità, ovvero fra il 2015 e il 2016. Oltre le vittime accertate, altri 6 sono i neonati che ha tentato di assassinare con un metodo brutale: somministrava insulina e dava dosi eccessive di latte. Tre giorni fa c’è stata la sentenza dei giudici e oggi il verdetto definitivo. Non era in aula il 18 agosto, per questo le autorità l’hanno prelevata direttamente dalla sua abitazione. Anche oggi era assente, infatti mentre nel primo caso aveva problemi di salute, oggi ha scelto di non esserci rimanendo nella sua cella e questo ha scatenato forti polemiche. In realtà non si sono mai placate le discussioni intorno a questa vicenda, poiché la donna si è sempre dichiarata innocente nonostante le inconfutabili prove contro di lei e le testimonianze dei colleghi che parlavano di morti sospette avvenute sempre quando Lucy era di turno. Il motivo? Non possiamo dirlo con certezza e probabilmente c’è una componente psicologica molto forte in queste azioni che mettono i brividi al solo ripeterle e hanno distrutto tante famiglie, che dopo anni hanno ottenuto giustizia. Una giustizia però molto amara e che appare imparziale perché non c’è mai stata un’ammissione di colpa o un segno di pentimento da parte di una giovane ragazza brillante, la prima della sua famiglia a laurearsi e a seguire la passione per la medicina. Poi un periodo di problemi familiari che forse l’ha mandata fuori di testa fino alla tragica nascita di una serial killer.
Nel Regno Unito ha operato negli anni 2015-16, una spietata serial killer di neonati che forse nemmeno si rendeva conto di cosa stava facendo. Lavorava come infermiera nel reparto di ostetricia del Countess of Chester Hospital, una struttura nel nord ovest dell’Inghilterra ma invece che accudire i nascituri che erano affidati alle sue cure, li uccideva con soluzioni mortali di farmaci e latte. Somministrava ai piccoli dosi spropositate di latte e anche diversi medicinali, che in alcuni casi hanno portato alla morte mentre in altri, a gravi conseguenze che ancora oggi sono presenti in queste giovani vittime.
Una cattiveria immotivata, o meglio un raptus che lei stessa ha sempre negato ma sappiamo che era un periodo particolarmente difficile della sua vita, in cui probabilmente ha trovato questo assurdo hobby come sfogo. Lucy Letby è una giovane inglese, l’orgoglio di una famiglia del Regno Unito e la prima in quel nucleo a laurearsi e a seguire il lavoro che più le piaceva.
Oggi i giudici di Manchester hanno espresso nei suoi confronti una sentenza che non lascia spazio alle parole: l’ergastolo senza possibilità di libertà condizionale. La sentenza è stata letta dal giudice James Goss, che in diretta televisiva ha parlato di premeditazione, calcolo e malizia, dimostrati nelle azioni compiute dall’infermiera all’epoca. Queste hanno avuto un impatto devastante sulle famiglie coinvolte.
Come il 18 agosto quando è stata incriminata, anche oggi non era presente in aula e ha ascoltato la sentenza dalla sua cella continuando a non mostrare segni di pentimento, anzi in realtà ancora nega quanto accaduto in quel terribile biennio, nonostante le segnalazioni di colleghi e medici.
“Non ci sono circostanze attenuanti. La donna è sadica, maligna e non mostra rimorso” ha aggiunto il giudice. La pena inflitta è la massima e raramente viene decisa dal sistema giudiziario britannico. Il caso si è concluso oggi e la gravità è stata sottolineata anche dal Crown Prosecution Service, secondo cui finalmente Lucy Letby non potrà più fare del male a nessuno.
Lucy forse era la persona meno idonea a lavorare a contatto con i bambini e tante famiglie lo hanno capito a loro spese. Le incriminazioni verso di lei erano emerse in 17 casi ma l’accusa ha dimostrato il coinvolgimento solo per 7 di questi e per il tentato omicidio di altri 6 neonati.
Questo caso è senza precedenti nella Storia del Regno Unito e ancora non abbiamo ben chiaro cosa scattasse nella mentre dell’ex infermiera che all’epoca dei fatti, lavorava da poco nella prestigiosa struttura londinese. Di certo c’era qualcosa che la spingeva ad approfittare delle situazioni in cui si trovava sola con i piccoli malcapitati, per portarli a una morte orribile lontano dagli occhi indiscreti dei colleghi.
Tuttavia in zona si vociferava di queste morti sospette e gli altri infermieri dell’ospedale, hanno prestato attenzione a diversi particolari, notando come queste avvenivano sempre quanto Lucy era di turno.
I sospetti sono stati segnalati alle autorità competenti che poi hanno iniziato le indagini scoprendo indizi importanti che confermavano la colpevolezza della donna. Dopo la condanna, l’ex direttore dell’ospedale Tony Chambers ha espresso vicinanza ai familiari delle vittime, mentre l’ex primario del reparto dove lavorava la killer, Stephen Breaury, ha fatto un commento diverso, puntando il dito contro le autorità della clinica per non essere intervenute in tempo nonostante gli allarmi lanciati dal personale.
Nelle mani di Lucy anche sostanze innocue come il latte sono diventate armi letali e quel che è peggio è che dopo i misfatti era la prima ad avvicinarsi a quelle famiglie distrutte per dare loro conforto.
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