E’ cominciata lunedì 14 dicembre, in seconda serata, una nuova edizione di Confessione Reporter, il programma di inchiesta di Rete 4 condotto da Stella Pende. Un viaggio affascinante alla scoperta di realtà che, spesso, tendono a rimanere nell’ombra perché magari non vengono portate alla ribalta dalla cronaca, ma che fanno parte della nostra contemporaneità e che meritano di trovare voce.
Le tematiche sono molteplici e assolutamente variegate; così, per esempio, nella prima puntata si spazia dalla situazione attuale del Niger e della Nigeria, dove i terroristi filo Isis di Boko Haram si stanno radicando sempre più nel territorio, al racconto di Cafè Alzheimer, una comunità di Palermo divenuta importante punto di riferimento per molti pazienti affetti dalla patologia e per le loro famiglie.
Degno di nota è lo stile di conduzione adottato da Stella Pende: una figura forte, un filo rosso imprescindibile nel corso di tutta la puntata, non solo perché, dallo studio, la sua narrazione fa da collante tra i diversi reportage, ma anche perché nei reportage stessi la Pende ci porta a condividere le proprie sensazioni; narra il suo viaggio utilizzando prevalentemente la prima persona, accompagna quasi per mano lo spettatore alla scoperta di quelle realtà che lei stessa va scoprendo.
Non manca di rivolgersi direttamente agli spettatori interpellandoli, condividendo con loro le proprie emozioni e le proprie riflessioni. Così, nel corso della prima puntata di questa nuova edizione, la conduttrice riflette sul proprio lavoro, sui rischi che corrono i reporter che, come lei, mettono a repentaglio la propria vita per far conoscere realtà segnate dalla violenza, dalla paura e che spesso rimangono nell’ombra, ma riflette e racconta anche le gioie e le meraviglie che la sua professione può regalare. Uno stile di conduzione, il suo, che rispecchia perfettamente quella modalità di enunciazione dei fatti d’attualità che contraddistingue tutta l’informazione di Rete Quattro, a partire dal Tg in cui lo spettatore viene accompagnato dal giornalista nell’interpretazione delle notizie, instaurando quel rapporto empatico che, in un programma come Confessione Reporter, consente di vivere ciascun reportage non solo come occasione di conoscenza e apprendimento, ma anche come viaggio emozionale nelle realtà raccontate.
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