In questi giorni, con una circolare diffusa il 27 ottobre, l’INPS ha chiarito alcuni aspetti inerenti al congedo parentale, tutte le modifiche apportate dal nuovo decreto di giugno 2022. Ecco tutte le novità da sapere.
Ci sono alcune novità per quanto concerne il congedo parentale 2022, tra le quali alcune buone notizie per tutte le professioniste che diventano mamme, che da quest’a no potranno sfruttare il congedo di paternità.
Ma non è solo questo che è stato introdotto dalla riforma dell’INPS di quest’estate, che ora con una nuova circolare viene approfondita in determinati punti. Vediamo quali sono quelli più importanti e da tenere a mente.
L’INPS, con una circolare emessa il 27 ottobre, numerata come 122, ha chiarito alcuni dettagli di due misure introdotte con la riforma dello scorso giugno: ovvero, il congedo paternità e sui cambiamenti del congedo parentale.
Interessante per molte famiglie è, sicuramente, il congedo paternità di cui si parla molto nella nuova riforma. Con questa circolare, l’INPS tende a sottolineare alcuni aspetti di queste novità.
L’Istituto di Previdenza Sociale ci tiene a chiarire che hanno diritto al congedo paternità anche i lavoratori domestici, quelli agricoli a tempo determinato e i dipendenti delle amministrazioni pubbliche. Quindi, non solo per i papà che sono lavoratori dipendenti.
Nella circolare si legge che la domanda va presentata al datore di lavoro con un preavviso di cinque giorni, quindi il totale di giorni prima di quando si intende utilizzare il permesso.
In totale sono disponibili 10 giorni di congedo, che possono essere utilizzati per un tempo che va tra i due mesi prima del parto e i cinque mesi dopo.
Il congedo, inoltre, si può anche dividere non continuativamente, ma chiedendo giorni sparsi in questo arco di tempo concesso. Poi, in caso di parto plurimo, quindi gemellare, la durata del congedo aumenta a 20 giorni e si applica anche ai papà adottivi o affidatari.
Secondo quanto si legge nella circolare, poi, l’indennità giornaliera per il padre che chiede il congedo è pari al 100% della retribuzione.
La riforma dell’INPS è inerente anche al congedo parentale, che decreta un aumento da sei mesi fino a nove mesi per il congedo facoltativo con un pagamento del 30% della retribuzione entro i 12 anni di vita di ogni figlio.
Il cambiamento è notevole, visto che prima si poteva richiedere il congedo fino a un massimo di sei mesi e solo fino ai sei anni del figlio. Anche chi faceva parte del gruppo di genitori con un reddito sottosoglia, che potranno richiedere un indennizzo fino ai 12 anni del figlio, invece degli otto precedenti.
Anche i lavoratori autonomi, iscritti alla Gestione separata, potranno richiedere il congedo parentale fino ai 12 anni di vita di ogni figlio. Per i papà, però, non sono previsti 10 giorni di congedo.
La riforma parla anche del congedo parentale per gli autonomi, che hanno diritto a tre mesi da utilizzare entro il primo anno di vita del nascituro.
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