La confessione di Cosimo Calò, fratello maggiore dell’anziano ucciso in casa a Serranova di Carovigno (Brindisi) insieme alla moglie, si arricchisce di elementi inquietanti. L’uomo avrebbe voluto ammazzare anche un altro fratello, proposito sfumato per la sua assenza in casa.
Dettagli sconvolgenti emergono dalle dichiarazioni che l’83enne Cosimo Calò, fermato con l’accusa di essere l’autore del duplice omicidio di fratello e cognata a Carovigno, scoperto il 1° marzo scorso, avrebbe affidato agli inquirenti nel corso dell’interrogatorio sfociato nell’arresto.
Tra le maglie della drammatica confessione di Cosimo Calò sul duplice omicidio del fratello minore Antonio Calò e della moglie di quest’ultimo, Caterina Martucci, sarebbe spuntata una rivelazione altrettanto pesante.
L’uomo, assistito dall’avvocato Carmela Roma, avrebbe detto di non essersi limitato all’uccisione di fratello e cognata, ma di aver anche meditato di ammazzare un altro fratello.
Cosimo Calò, secondo quanto appreso dall’Ansa, avrebbe voluto uccidere anche Carmelo, l’altro fratello che avrebbe considerato “causa dei suoi mali“.
La pista familiare si è fatta strada poco dopo la scoperta dei cadaveri dei due anziani coniugi, uccisi a colpi di fucile nella loro casa e trovati senza vita proprio dall’altro fratello di Antonio Calò, Carmelo, indicato quale ulteriore bersaglio nel piano di morte di Cosimo Calò.
L’83enne indagato è stato fermato poche ore fa, dopo la confessione ai carabinieri, con l’accusa di duplice omicidio aggravato dalla premeditazione e dal legame di parentela con una delle vittime.
Il suo avvocato, Carmela Roma, ha confermato che l’uomo ha confessato e lo ha descritto come “molto provato” durante l’interrogatorio.
Secondo il legale, alla base del gesto vi sarebbero attriti di vecchia data e una situazione familiare difficile per via di continui dissidi.
Tra le ipotesi privilegiate, quella secondo cui Calò potrebbe aver agito contro fratello e cognata per questioni legate ad una eredità contesa che un quarto fratello, morto due anni fa, avrebbe lasciato alla vittima escludendolo.
Dopo avere ucciso la coppia, il 28 febbraio scorso, Cosimò Calò sarebbe tornato nella propria abitazione per dormire alcune ore.
Intorno alle 4:20 del giorno seguente, il 1° marzo, si sarebbe diretto a casa dell’altro fratello, il 76enne Carmelo, intenzionato ad uccidere anche lui perché considerato “causa dei suoi mali”.
Una potenziale terza vittima che sarebbe scampata alla morte soltanto perché Cosimo Calò non lo avrebbe trovato.
Lo riporta Ansa, secondo cui l’uomo, dopo aver tentato per circa un’ora di rintracciarlo, avrebbe infine desistito.
Nel decreto con cui è stato disposto il fermo a carico dell’indagato, riferisce inoltre l’agenzia di stampa, si evidenzierebbero la “pericolosità” e la “determinazione criminale” di Calò.
Condizioni dimostrate, secondo gli inquirenti, anche dal fatto che avrebbe “acquistato il fucile per un preciso scopo“.
Pochi giorni dopo la scoperta dei corpi di fratello e cognata, i carabinieri avevano sequestrato a casa di Cosimo Calò un fucile da caccia che ritiene di aver acquistato quattro giorni prima degli omicidi.
Nel provvedimento di fermo sarebbe delineata anche una ricostruzione della dinamica del duplice omicidio: Antonio Calò sarebbe stato colpito per primo con una fucilata al volto dopo aver aperto la porta.
Successivamente, la furia di Cosimo Calò si sarebbe focalizzata sulla cognata, Caterina Martucci, raggiunta in camera da letto e uccisa con due fucilate alla testa.
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