Via libera del Consiglio dei ministri alla proposta di mediazione sulla riforma del processo penale. Tempi più lunghi, fino a sei anni in appello, per i processi per delitti con aggravante mafiosa, nella fase transitoria di entrata in vigore della nuova prescrizione, fino al 2024.
Massimo 6 anni per l’appello dei reati con aggravante mafiosa
È arrivata, dopo molte ore di trattativa, l’intesa nella maggioranza sulla proposta del governo per rivedere la riforma Cartabia sul processo penale.
Per i reati con l’aggravante mafiosa è previsto termine transitorio prolungabile fino a un massimo di 6 anni per concludere il processo d’Appello, valido fino al 2024: dal 2025 in poi scenderà a 5 anni. Mentre i processi per associazione di stampo mafioso e voto di scambio politico-mafioso (416-bis e ter) potranno prolungarsi “sine die” con proroghe infinite, come già previsto nella prima bozza. L’accordo è stato votato all’unanimità. Per riuscire a dare il primo via libera al testo entro l’estate, la riforma arriverà in Aula domenica 1° Agosto.
Cartabia: “Ora giustizia celere”
“Abbiamo apportato degli aggiustamenti, come annunciato la scorsa settimana con Draghi, alla luce del dibattito molto vivace che si è sviluppato in queste settimane sia da parte delle forze politiche che degli operatori e degli uffici giudiziari che saranno i primi ad essere chiamati alla grande sfida di implementare una riforma così significativa e innovativa nel nostro Paese“. Queste le parole pronunciate dal ministro della Giustizia Marta Cartabia all’uscita da Palazzo Chigi dopo il Cdm. “L’obiettivo è garantire una giustizia celere, nel rispetto della ragionevole durata del processo, e allo stesso tempo garantire che nessun processo vada in fumo“.
Parle di forte rammarico invece per Giuseppe Conte che punta il dito sull’opposizione della Lega ai processi mafiosi: “Devo dire che sono molto rammaricato perché dalla Lega c’è stata una durissima opposizione” all’allungamento dei tempi di prescrizione “per i processi per mafia“.