Secondo il nuovo rapporto Ispra, il 2021 ha segnato il recordo di terreno coperto da cemento. Bandiera nera alla Lombardia.
Secondo quanto comunicato dall’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale), il 25% del suolo italiano sarebbe coperto da cemento. Un dato molto importante, che segna un vero e proprio record nell’anno 2021 e che va ad aggravare la crisi climatica attualmente in atto.
Consumo di suolo, il 25% del terreno italiano schiacciato dal cemento
Per quanto riguarda il consumo di suolo, in Italia – rileva l’Ispra – che il 25% è coperto da cemento. Un dato che dovrebbe allarmare, visto che, questa situazione va a peggiorare il quadro della crisi climatica che si sta svolgendo negli ultimi anni.
Bandiera nera tra le regioni italiane è la Lombardia in cui c’è maggiore copertura di terreno con costruzioni in cemento. In totale, nell’intero Stivale, si conta il 25% di terreno occupato. Il dato più alto da dieci anni a questa parte.
Focalizzandoci, tecnicamente, sui dati emersi da questa rilevazione effettuata dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, nel 2021 sono stati consumati più di 2 metri quadrati di suolo al secondo.
Facendo un conto, si arriva a 70 chilometri su base annua. E, per comprendere al meglio di cosa stiamo parlando, bisogna tener presente che gli edifici si estendono su una superficie grande quanto la regione Liguria.
Le regioni più cementate e quelle in controtendenza
Dando uno sguardo alle regioni nel dettaglio, ecco cosa emerge dal rapporto Ispra: il cemento è aumentato in Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Piemonte, alle quali si affianca la Puglia.
Le regioni del nord, dunque, si dimostrano più soggette al fenomeno della cementificazione del rispettivi territori. Tra le città più cementificate, troviamo Roma che consuma più suolo di tutte le città del territorio italiano.
Il fenomeno è in aumento anche a Venezia, Milano, Napoli, Perugia e L’Aquila. Procedendo di questo passo, vengono a mancare sempre di più le aree verdi e si tutela sempre meno l’ecosistema e la biodiversità. Tutto ciò provoca un danno economico di 8 miliardi di euro l’anno, secondo quanto comunica l’Ispra.
In controtendenza, notiamo la Valle d’Aosta, che è la regione meno cementificata di tutto il paese. Per far fronte a questa situazione, l’Ispra afferma che si può invertire la rotta, effettuando interventi mirati sui 310 chilometri di edifici dismessi o che sono in stato di degrado, che sono presenti dal nord al sud.