In queste ultime settimane si torna a parlare nuovamente del Covid, questo a causa del riaumento dei contagi. A quanto pare, è sorta una nuova variante, la Eris, i cui sintomi appaiono circa una settimana prima del tampone positivo.
A tal proposito, diversi studiosi si stanno concentrando sull’analisi di questa nuova variante. Partendo dalla sua capacità infettiva, passando per i sintomi e soprattutto il periodo di incubazione, il quale sembra avere delle caratteristiche anomale.
Si torna a parlare di Covid e questo preoccupa un po’ tutti, soprattutto perché la situazione sembrava finalmente essersi stabilizzata.
A quanto pare, è nata una nuova variante, soprannominata Eris, la quale presenta delle caratteristiche particolari. Nello specifico, la nuova variante sarebbe caratterizzata da un periodo di incubazione anomalo. Infatti, secondo i recenti studi, i sintomi derivanti dalla variante Eris sorgerebbero circa una settimana prima della positività del tampone.
I medici hanno definito tale fenomeno come pre-Covid ed è proprio per questo che il virus si sta nuovamente diffondendo a vista d’occhio, facendo aumentare vertiginosamente i casi.
A quanto pare, nel caso della Eris, quando iniziano a spuntare i primi sintomi il tampone risulterà negativo. Dopo circa una settimana, al peggioramento di questi ultimi, ripetendo il test, si riscontrerà la positività. Questo fenomeno è stato spiegato dal dottor Thomas Moore, esperto di malattie infettive dell’Università del Kansas.
“Ci vuole un po’ di tempo prima che il virus venga diffuso in quantità sufficienti per essere rilevabile”.
Ha spiegato il dottor Moore, aggiungendo che in presenza di sintomi, se il test risulta negativo, deve essere ripetuto almeno dopo 48 ore.
Il fenomeno di cui parla l’esperto è quello che conosciamo con il nome di periodo di incubazione, l’unica differenza è che con questa nuova variante spuntano anche i sintomi in questa fase, cosa che non accadeva con le altre. Questo perché il corpo viene comunque infettato dal virus, ma la quantità è così bassa che esso non viene rilevato dal tampone.
I sintomi della variante Eris, anche se non ci sono ancora dati attendibili, sembrano essere quelli tipici da Covid. I medici, inoltre, li hanno categorizzati come sintomi lievi. Kristine K. Bryant, specializzata in malattie infettive pediatriche presso Norton Children’s Infectious Diseases, ha affermato che i sintomi sono molto simili alle precedenti varianti Omicron. Tra questi, tosse, mal di gola, mal di testa e naso che cola.
Un’altra caratteristica della nuova variante è che essa si diffonde molto velocemente, non solo per un’allentamento delle misure contro il virus, ma anche perché questa possiede una maggiore capacità nell’eludere il sistema immunitario dell’individuo.
A tal proposito, l‘Ema, ossia l’Agenzia europea del farmaco, insieme al Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, hanno raccomandato di non tralasciare la questione, focalizzando le campagne vaccinali su anziani, bambini al di sotto dei sei mesi d’età, immunodepressi e donne incinte.
“Considerando come sono andate le campagne vaccinali l’anno scorso è bene focalizzarsi dove l’impatto è maggiore, ovvero chi rischia di più di essere ospedalizzato”.
Ha spiegato Marco Cavalieri, Rischi sanitari e Strategie vaccinali dell’ente regolatorio Ue.
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