Mario Mandzukic da una parte, Diego Costa dall’altra: i due pezzi da (un metro e) novanta trascinano Juventus e Chelsea alle vittorie del week end. La domenica del villaggio regala a Max Allegri sette punti di vantaggio sulle inseguitrici, la rete dello spagnolo-brasiliano consegna ad Antonio Conte, per la prima volta, il primato solitario in Premier League. Insomma, il Conte Max fa paura.
Partiamo dall’Inghilterra. Il Chelsea sbriga la pratica Middlesbrough ed effettua il sorpasso: i Blues ora sono al comando con 28 punti in 12 giornate, +1 su Liverpool e Manchester City, +3 sull’Arsenal e +4 sul Tottenham. Josè Mourinho e il Manchester United non pervenuti. Conte, dopo qualche impaccio iniziale, sta plasmando la squadra a sua immagine e somiglianza. Un po’ come aveva fatto con la prima Juventus. Sta spazzando via scetticismi e critiche, ha ridato a Diego Costa il ruolo di esecutore materiale dei delitti. Forse neanche i più ottimisti tra gli stessi tifosi Chelsea si attendevano la squadra in testa adesso. Merito di Antonio e dell’accozzaglia di testa che rallenta.
Di qua dalla Manica, più a sud, per molti la Juve ha già ammazzato il campionato. E senza troppo soffrire. Senza giocare particolarmente bene, con disinvoltura. Non è colpa di Madama, poi, se gli altri si fanno male a vicenda. O si fanno male e basta (vedi la Roma a Bergamo). Scarsa competitività della serie A, dunque? Tutto come da copione? Può darsi. Allegri sorride alle critiche e punta dritto dritto su Siviglia. In Champions, infatti, servirà la Juve migliore. Là dove “non si scansano” neanche se le punti con il mitra.
Esistono, tuttora, molte vedove del Conte juventino. Ogni volta che l’altro, Max, fatica, vengono fuori con i loro pianti. Che sanno tanto di quei funerali in cui le donne vengono pagate per piangere. Ah, come si stava meglio prima. La domenica, poi, trovano il modo di sorridere quando il Chelsea strappa il successo di misura a Middlesbrough. Ah sì, lui sì che fa giocare bene le sue squadre. E si consolano. Brindano. E magari sognano il ritorno, la restaurazione. Dimenticandosi che fu lui ad andarsene. E che Max, il reietto, ha vinto due scudetti (ok, la concorrenza fa ridere…), ma pure due Coppe Italia (disdegnate dal cannibale Antonio), e una finale di Champions League (con una 500 e non con una Ferrari). Riflettete gente, riflettete.