Il premier Giuseppe Conte, nella conferenza in diretta nazionale di ieri, si è espresso anche sul Mes, spiegando le motivazioni che l’hanno spinto a rinunciarvi, almeno per il momento: “Il Mes non è una panacea come viene rappresentato. Quando facciamo questi ragionamenti dobbiamo valutare che in ogni caso avremo interessi contenuti rispetto al rischio che gli analisti colgono, si chiama “stigma” ed è difficilmente quantificabile”, le sue parole.
E ancora: “Decine di Paesi hanno preso il Sure, anche noi. Il Mes nessuno. Ecco perché io ho detto, senza nessuna pregiudiziale ideologica sul Mes, se avremo fabbisogno di cassa tra gli strumenti da considerare c’è anche il Mes. Ma prendere il Mes per risolvere una disputa nel dibattito pubblico non ha senso“, ha aggiunto.
Il fondo europeo slava-stati, essendo un prestito, andrebbe a incrementare il debito, con conseguenti interventi relativi a tagli e aumenti di tasse, senza portare un beneficio consistente. Il momento, secondo Giuseppe Conte, non è adatto a un’operazione del genere.
Antonio Misiani, viceminiestro dell’Economia, ha spiegato che il ministero rispetta la decisione, pur spiegando che sono più positivi rispetto al fondo.
Matteo Renzi, leader di Italia Viva, condivide sulla sua pagina Facebook il proprio pensiero in merito alla decisione di Conte: “Dicendo no al Mes il Premier Conte fa felici Meloni e Salvini, ma delude centinaia di sindaci e larga parte della sua maggioranza. Il tempo dimostrerà come questa decisione sia un grave errore politico e soprattutto un danno per gli italiani“. Ettore Rosato, coordinatore di Italia Viva, ha definito le affermazioni di Conte di “una banalità e una demagogia che lascia sbalorditi“.
Un altro leader che si è sempre espresso a favore del fondo salva-stati è Nicola Zingaretti del PD, che si è anche fatto sostenitore dell’appello di centinaia di sindaci per accedervi. Secondo lui, la questione è stata trattata in maniera troppo sbrigativa e va approfondita e discussa in Parlamento. La direzione, però, non è quella dello scontro, bensì del dialogo per trovare una soluzione: “Credo che in un momento così delicato, con il coronavirus che angoscia milioni di italiani bisognerebbe evitare polemiche“. Sempre dal fronte democratico, Dario Stefano, presidente della commissione Politiche Ue del Senato, commenta con sorpresa questo passo indietro del premier in merito al Mes.
“Abbiamo la possibilità, ma in fondo anche l’obbligo di usare queste risorse in modo lungimirante. Non si tratta di aggiungere al bilancio ordinario, ma di dedicare queste risorse alle grandi sfide del futuro“: per Paolo Gentiloni, attualmente commissario Ue all’Economia, ha spiegato a La Repubblica perché utilizzare questo fondo potrebbe dare slancio all’economia, purché in ottica lungimirante di pianificazione delle risorse.
Le parole di Conte hanno incontrato però il favore di altrettanti politici, anche se non sono mancate le contraddizioni. Infatti, Alessandro Di Battista, del Movimento 5 Stelle, sostiene che la decisione di Conte abbia profondamente amareggiato Salvini e Meloni, che erano, a suo dire, pronti a lucrare da un punto di vista politico sull’effettivo utilizzo del fondo. Ne ha anche per Renzi, “che dovrà trovare un altro argomento per i suoi latrati quotidiani che lo auto-illudono di esistere ancora politicamente. Il Movimento da sempre si è dichiarato contrario al Mes e ne va dato atto“.
Se per Renzi Meloni-Salvini sono soddisfatti, per Di Battista sono delusi. La reazione della leader di Fratelli d’Italia mette in chiaro le cose: “Conte ci dà finalmente ragione: il Mes non è un regalo, il presunto risparmio è assai risibile e se decidessimo di prendere i prestiti del MES i mercati ci vedrebbero come appestati.“.
Soddisfatto anche Alberto Bagnai, responsabile economico della Lega, partito da sempre contrario al fondo.
Anna Maria Bernini di Forza Italia fa sapere che il partito considera il ragionamento di Conte assurdo e contraddittorio: il Mes potrebbe aiutare sanità ed economia in generale.
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