Le accuse reciproche tra Cina e Taiwan sono legate alla questione della sovranità sulla regione di Taiwan. Pechino considera l’isola come una provincia ribelle che deve essere riunificata con il continente, mentre Taipei si considera uno stato indipendente con un governo e una popolazione distinti. Le intromissioni da parte di altre Nazioni sono vissute come un affronto alla sovranità territoriale cinese ma anche nei confronti degli accordi internazionali che prevedono una sola Cina.
Le tensioni tra i due paesi a continuano a crescere e si sono acuite con il mandato della presidente taiwanese Tsai Ing-wen, che ha assunto una posizione più decisa in merito alla questione dell’indipendenza di Taiwan.
La Cina ha risposto con pressioni diplomatiche ed economiche su Taiwan e ha deciso di attaccare le autorità taiwanesi e le mire indipendentiste sostenute da Tsai e ha scelto di ampliare le manovre militari intorno all’isola.
Allo stesso tempo, Taiwan sta cercando di rafforzare le sue relazioni diplomatiche con altri paesi, cercando di aumentare il suo riconoscimento internazionale e di ridurre la sua dipendenza economica dalla Cina, ciò ha portato a nuove escalation di tensione, come quando la Cina ha interrotto i voli diretti tra la Cina continentale e Taiwan nel 2018 in risposta al rafforzamento delle relazioni di Taiwan con gli Stati Uniti.
Le accuse reciproche tra Cina e Taiwan sono diventate sempre più frequenti e aggressive, rendendo ancora più difficile trovare una soluzione pacifica alla questione dell’unificazione/mantenimento dello status quo.
La visita di Nancy Pelosi a Taipei, avvenuta nell’agosto scorso, ha generato un repentino deterioramento nei rapporti dato che le autorità cinesi ritengono espressamente che sia una provocazione contro la Cina e un’intromissione non opportuna. Lla più recente delle quali ha coinvolto la Cina che ha lanciato esercitazioni militari questo mese dopo che il presidente di Taiwan Tsai Ing-wen ha visitato gli Stati Uniti e ha incontrato il presidente della Camera dei Rappresentanti, McCarthy, in California.
Quando la speaker della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti ha incontrato la presidente taiwanese per rafforzare le relazioni tra Taiwan e gli Stati Uniti sollevando l’ira cinese.
La questione è diventata di prima necessità per il presidente cinese Xi Jinping che ha annunciato che la riunificazione di Taipei a Pechino è irreversibile.
Pelosi è stata la prima funzionaria di alto livello degli Stati Uniti a visitare Taiwan,bdopo che gli Stati Uniti avevano revocato le restrizioni sulle visite ufficiali in Taiwan iniziando dal 2018. Durante la sua visita, Pelosi ha tenuto anche un discorso al Parlamento taiwanese, sottolineando l’importanza dei diritti umani, della democrazia e della libertà di espressione. La visita di Pelosi a Taiwan è stata vista da molti come un segnale di sostegno agli sforzi taiwanesi per mantenere la loro sovranità e l’indipendenza in mezzo alle crescenti pressioni dalla Cina.
Tuttavia, la visita ha anche suscitato aspre critiche dalla Cina, che considera Taiwan parte del suo territorio. Pechino ha protestato con forza dopo la visita di Pelosi, definendola una grave interferenza negli affari interni cinesi.
Ma questo è soltanto uno degli aspetti che ha generato attrito negli ultimi mesi e va a precisata anche la questione della guerra tecnologica anche conosciuta come guerra dei chip che riunisce anch’essa al suo interno come attori Cina, Taiwan e Stati Uniti.
Taipei è una delle massime produttrici di semiconduttori, che sono impiegati in una moltitudine di mercati produttivi partendo da quello militare a quello delle automobili e nel quale le autorità di Washington e Taipei hanno deciso di attuare una manovra commerciale che rende difficile alla Cina quella che approvvigionamento di tali chip che sono una delle uniche produzioni tecnologiche nella quale nei quali la Cina non eccelle in termini soprattutto di quantità.
Anche l’alleanza mostrata tra Putin e Jinping getta l’ombra dell’alleanza velata tra Mosca e Pechino, che molte volte è stata accusata dagli Usa di non aver preso una posizione concreta, se non in favore di Putin l, nonostante dichiari di essere neutrale e ha anche deciso di avanzare un piano di pace per il conflitto in Ucraina, non fattibile per le autorità di Kiev, dato che non presentava al suo interno il rilascio dei territori acquisiti illegalmente da Putin.
Il viceministro degli esteri cinese Sun Weidong ha annunciato di aver avanzato una denuncia nei confronti dell’ambasciatore della Corea del Sud a Pechino riguardo le dichiarazioni rilasciate dallo stesso.
Weidong ha sottolineato che le osservazioni sono errate e inaccettabili. Ha mostrato chiaramente nella giornata di domenica 23 aprile una “forte insoddisfazione”.
Il presidente sudcoreano, durante un’intervista televisiva venerdi, aveva affermato che Taiwan “è un paese indipendente“. Questa affermazione ha irritato le autorità cinesi profondamente.
Pechino, considera Taiwan una provincia ribelle e ha fatto pressioni internazionali e appelli alla legislazione per impedire la sua indipendenza.
Il ministero degli Esteri cinese ha dichiarato che “la questione di Taiwan è fondamentale per la sovranità e l’integrità territoriale della Cina” e ha sottolineato che il presidente sudcoreano dovrebbe evitare di rilasciare dichiarazioni “fuori luogo” .
La Corea del Sud ha risposto alle accuse della Cina affermando che: “la libertà di espressione è uno dei valori fondamentali della democrazia” precisando che il presidente ha semplicemente espresso la sua opinione personale sulla questione di Taiwan.
La controversia tra la Cina e Taiwan esiste da decenni e si è intensificata negli ultimi anni. La Cina ha sempre cercato di impedire che altri paesi riconoscano Taiwan come stato indipendente, ma negli ultimi mesi c’è stata un aumento delle pressioni diplomatiche e militari per isolare l’isola.
La comunità internazionale si è divisa sulla questione di Taiwan, con alcuni paesi che sostengono l’indipendenza dell’isola e altri che la riconoscono come parte della Cina. La situazione rimane tesa e potrebbe causare ulteriori conflitti diplomatici e geopolitici.
L’affermazione di Yoon a Reuter, dove ha dichiarato che l’aumento della tensione intorno a Taiwan è dovuto ai tentativi di cambiare lo status quo con la forza da parte di Pechino, sottolineando che si è opposto a quei tentativi di sottomissione, ha generato un polverone diplomatico.
Questa dichiarazione ha suscitato la forte reazione della Cina, che ha richiamato il suo ambasciatore in Corea opponendosi alle dichiarazioni di Yoon, definendole “gravemente errate e irresponsabili”.
Alla Inoltre, la Cina ha accusato la Corea del Sud di interferire negli affari interni della Cina e di schierarsi con le forze indipendentiste di Taiwan. Pechino ha espresso la propria posizione sulla questione di Taipei e ha affermato che si tratta di una questione interna che riguarda esclusivamente la Cina.
Yoon ha detto a Reuters: “La questione di Taiwan non è semplicemente una questione tra Cina e Taiwan, ma come la questione della Corea del Nord, è una questione globale”.
Pechino ha fermamente respinto ogni confronto con la Corea del Nord stando a quanto rivelato da Al Jazeera.
Il ministero degli Esteri taiwanese ha riportato le parole del capo di Stato Yoon spiegando che: “Il leader sudcoreano non ha fatto menzione del principio One China, ma ha equiparato la questione di Taiwan alla questione della penisola coreana”.
Il principio One China è il fondamento politico che sottolinea la supremazia cinese sul territorio di Taiwan che è un’estensione territoriale ma parte integrante della Cina e tramite questo principio vengono, anche, regolamentati scambi e rapporti commerciali con Taipei. Pertanto, equiparare la questione di Taiwan alla questione della penisola coreana è un’errata analogia e può creare tensioni tra i paesi coinvolti.
Tuttavia, la questione di Taiwan ha implicazioni globali anche dal punto di vista della sicurezza e della stabilità dell’intera regione dell’Asia-Pacifico. Per questo motivo, la comunità internazionale ha un ruolo importante da svolgere nel cercare una soluzione pacifica alla questione di Taiwan e nell’assicurare la sicurezza e la prosperità dell’Asia-Pacifico nel suo complesso.
La dichiarazione rilasciata dalle autorità cinesi precisa che: “Sia la Corea del Nord che quella del Sud sono stati sovrani che hanno aderito alle Nazioni Unite. É risaputo che la questione della penisola coreana e quella di Taiwan sono completamente diverse per natura, latitudine e longitudine e non sono affatto paragonabili“.
Taiwan è una democrazia funzionante che rispetta i diritti dell’uomo, contrariamente alla Corea del Nord che ha un sistema oppressivo e viola costantemente i diritti umani dei suoi cittadini.
LTaiwan è una nazione democratica che si attiene allo stato di diritto e rispetta i diritti umani dei suoi cittadini, ma non viene riconosciuta come Stato indipendente a livello internazionale a causa delle pressioni politiche della Cina continentale.
La questione di Taiwan richiede un approccio diverso rispetto alla penisola coreana dato che Taipei non ha avanzato minacce contro nessuna Nazione o attuato azioni condannabili se non quella del volere un’indipendenza soprattutto ora che la Cina sta stringendo la presa mostrando in esercitazioni militari di alto livello la propria potenza militare.
L’agnzia di stampa sudcoreana Yonhap ha spiegato che il Dipartimento di stato americano è intervenuto a seguito delle affermazioni di Yoon.
Vedant Patel, portavoce veel dipartimento, ha spiegato che: “gli Stati Uniti continueranno a lavorare con i loro alleati, inclusa la Corea del Sud, per mantenere la pace e la stabilità attraverso lo stretto di Taiwan”.
Inoltre, gli Stati Uniti hanno riaffermato la loro posizione sulla questione di Taiwan sostenendo il principio di ‘One China’, come stabilito nella legislazione americana, ma allo stesso tempo precisando che la realtà del governo di Taiwan va salvaguardata sostenendo anche l’importanza delle relazioni tra Taiwanese e Stati Uniti affermando che gli Stati Uniti sostengono la capacità di Taiwan di difendersi e sfidare le pressioni della Cina.
Patel ha anche sottolineato che gli Stati Uniti rimangono impegnati a sostenere il mantenimento della libertà e della democrazia a Taiwan, e che qualsiasi cambiamento nella situazione straordinaria richiederà un ampio consenso tra il popolo taiwanese.
Queste dichiarazioni del Dipartimento di Stato americano confermano l’impegno degli Stati Uniti per la sicurezza e la stabilità nella regione Asia-Pacifico e il loro sostegno al popolo di Taiwan nel perseguire la loro libertà e la loro autodeterminazione.
Anche il ministro degli Esteri cinese Qin Gang sembra aver fatto riferimento al commento del presidente sudcoreano in un discorso a un forum a Shanghai venerdì.
Qin ha detto: “Recentemente, c’è stata un’assurda retorica che accusa la Cina di ribaltare lo status quo, interrompendo la pace e la stabilità attraverso lo Stretto di Taiwan. La logica è assurda e la conclusione pericolosa.”
Qin ha sottolineato inoltre che la Cina è impegnata a mantenere la pace nello Stretto di Taiwan e ha chiesto all’amministrazione sudcoreana di “rispettare i fatti oggettivi e il diritto internazionale“. Ha inoltre aggiunto che la Cina continuerà a cercare laa cercare la riunificazione pacifica con Taiwan in base al principio di “un paese, due sistemi“. La dichiarazione di Qin Gang si inserisce nel contesto delle tensioni tra Cina e Taiwan, con Pechino che considera l’isola come parte integrante del proprio territorio e ha minacciato di ricorrere alla forza se Taipei proclama l’indipendenza formale. La retorica bellicosa della Cina nei confronti di Taiwan ha inoltre sollevato preoccupazioni sulla stabilità della regione.
Le tensioni, durante gli ultimi anni, sono cresciute a dismisura nello Stretto di Taiwan, come per esempio le recenti esercitazioni militari cinesi che sono arrivate a seguito dell’ incontro tra la presidente di Taiwan Tsai e lo speaker della Camera Usa McCharty.
Le autorità internazionali hanno espresso timore sulla possibilità che queste tensioni possano sfociare in un conflitto armato tra Cina e Taiwan, anche perché gli Stati Uniti sono impegnati nella difesa di Taiwan in base al Taiwan Relations Act del 1979. Inoltre Washington ha intensificato la propria presenza militare nella regione, effettuando pattugliamenti navali e aerei al largo delle coste cinesi e taiwanesi.
Questo è stato visto come una mossa per rafforzare la deterrenza contro la Cina e rassicurare gli alleati della regione, tra cui Taiwan e Giappone. Tuttavia, Pechino ha criticato questa mossa, sostenendo che gli Stati Uniti stanno interferendo negli affari della regione. L’aumento delle tensioni tra la Cina e gli Stati Uniti in Asia è quindi una questione che deve essere affrontata e risolta, tenendo sempre in considerazione gli interessi degli Stati della regione e la pace e la stabilità globale.
Il volto di una madre che ha perso una figlia racconta spesso più di mille…
Un silenzio solenne avvolgeva le strade, rotto solo dal suono cadenzato dei passi e dal…
Ci sono momenti in cui sembra impossibile mantenere la concentrazione. La mente vaga, le distrazioni…
La stagione fredda porta con sé molte domande sulla routine quotidiana, ma c’è un gesto…
Se c'è un momento in cui tutto sembra sospeso, è quando un atleta raggiunge un…
Il riscaldamento a pavimento è una delle soluzioni più moderne e apprezzate per il comfort…