Sono centinaia i razzi che in queste ore sono stati lanciati dalla Striscia verso Israele, le case di Gaza continuano ad essere bombardate dagli aerei israeliani. Sono decine i palestinesi morti tra cui anche 4 leader della Jihad Islamica.
Tra le vittime anche donne e bambini, non ha tenuto la tregua che era stata mediata dallo Stato egiziano nella giornata di mercoledì. Nessuna delle due fazioni sembra voler allentare la tensione, per molti si tratta di una guerra non dichiarata.
Continuano i bombardamenti su Gaza, tra le vittime anche donne e bambini
Sono centinaia i razzi che nelle ore appena trascorse sono stati lanciati dalla Striscia di Gaza verso Israele, e sono decine i bombardamenti che invece ha subito la città di Gaza da parte di aerei israeliani.
Per molti è in corso una guerra non dichiarata che va a colpire soprattutto i civili. Attualmente ci sono state 23 vittime tra i palestinesi tra cui ci sono anche 4 leader della Jihad Islamica. Tra le vittime ci sono anche donne e bambini.
La tregua che era stata mediata dallo Stato egiziano nella giornata di mercoledì non ha tenuto e nessuna delle due parti vuole fermarsi o allentare la tensione.
Dalla città di Gaza arrivano immagini drammatiche che mostrano una città distrutta, morti e feriti, e anche tante famiglie tra le macerie.
Le strutture sanitarie presenti in città sono molto fragili e stanno lavorando al massimo delle loro capacità per poter soccorrere tutte le vittime che si stanno registrando in queste ore.
Al di là del muro che circonda la città di Gaza e che è quindi territorio israeliano la tensione è alle stelle, le scuole sono state chiuse e i residenti hanno dovuto trovare un riparo.
L’allarme è stato attivato fino a 80 chilometri di distanza dalla città andando a coprire tutta la zona sud e il centro di Israele. Continui razzi palestinesi partono dalla Striscia di Gaza con il tentativo di colpire vari villaggi israeliani che si trovano sul territorio, fino ad ora sono state danneggiate quattro abitazioni.
Le autorità israeliane hanno riportato la notizia che le fazioni palestinesi fino ad ora hanno lanciato più di 400 razzi a partire dalla serata di ieri, mercoledì 10 maggio 2023.
La maggior parte dei razzi è stata intercettata dal sistema di difesa aereo israeliano, un quarto di essi è invece ricaduto sul territorio palestinese.
Tante le vittime, soprattutto donne e bambini
Netanyahu, il premier israeliano, ha tenuto un discorso televisivo che è stato trasmesso in prima serata. Durante il suo discorso ha affermato di aver assestato un duro colpo ai miliziani palestinesi ma che l’attacco non è ancora terminato.
“Diciamo ai terroristi e ai loro mandanti che non possono nascondersi, scegliamo noi il luogo e il momento per colpirvi, decidiamo noi quando tornerà la calma” queste le parole del premier.
Al momento sembra che lo Stato di Israele stia concentrando i suoi attacchi su obiettivi che sono legati alla Jihad Islamica che è una fazione meno consistente ma molto più bellicosa rispetto invece all’organizzazione che governa la Striscia di Gaza ossia Hamas.
Il numero delle vittime non è ancora certo, sicuramente tra di loro ci sono tante donne e bambini.
Si ha la certezza che nell’attacco siano rimasti coinvolti mogli e figli dei leader palestinesi, anche loro deceduti, e di una bambina di nome Layan Mdoukh di 10 anni rimasta uccisa nella sua abitazione.
Padre Gabriel Romanelli, il parroco della chiesa cattolica della Sacra Famiglia, ha rilasciato una dichiarazione all’agenzia Fides, in cui parla di una situazione tremenda, di circa 17 vittime e di più di 20 feriti la maggior parte sono donne e bambini.
Racconta inoltre di come gli attacchi stiano colpendo anche palazzi privati uccidendo diverse persone.
Il sacerdote ricorda poi che in questo spazio di territorio vivono circa 2 milioni e 300mila persone e che è impossibile che non si riesca a trovare una soluzione per l’intero popolo palestinese.
I palestinesi che vivono al di fuori della Striscia di Gaza sono costantemente presi di mira dalle forze israeliane dall’inizio dell’anno a oggi sono 107 le persone rimaste uccise tra la Cisgiordania occupata e Gerusalemme est.