La situazione tra Iran e Usa è molto tesa e, oltre alle problematiche inerenti lo sviluppo nucleare e militare iraniano che preoccupa le autorità di Washington, emerge anche la volontà di raisi di contrapporsi a Israele e agli alleati occidentali in primis ovviamente alle autorità lo statunitensi.
Si è generato un meccanismo davvero preoccupante anche all’interno delle relazioni diplomatiche globali. Un cambiamento scaturito da un lato dal conflitto tra Russia e Ucraina, dall’altro sta riemergendo malcontento già presente da molto tempo e causato da diversi fattori. Gli Stati Uniti hanno ripreso ad attaccare più intensamente anche le basi delle truppe filo iraniane stanziate in Siria e anche in Libano, che a loro volta sono prese di mira anche da Israele, che conduce la guerra contro il terrorismo islamico da molto tempo, contrapponendosi all’Iran e alle milizie ribelli sostenute da Teheran.
Tutto questo ha portato ad alleanze differenti e plasmate dagli eventi, che vedono l’Iran sempre più distaccato dall’Occidente, nonostante le continue pressioni che pervengono dalle autorità occidentali in quanto il regina iraniano ha deciso di unirsi sempre più a Russia e Cina scatenando grosso timori nelle autorità Usa.
A cosa è dovuta la tensione tra Usa e Iran
Gli Stati Uniti e Iran non hanno rapporti pacifici le cause sono da attribuire a diversi ambiti di disaccoro. Innanzitutto le autorità iraniane hanno a cuore l’espansione islamica e le milizie filoiraniane sono state spesso causa di attentati contro l’ideologia occidentale e hanno colpito popolazioni in tutto il globo, con attacchi bomba o kamikaze scatenando la repressione degli USA.
Le truppe statunitensi hanno attaccato molte volte le milizie terroristiche filo-iraniane, ‘concentrandosi su Hezbollah, che è radicato in Libano, ma anche nei confronti di Hamas che governa nella Striscia di Gaza. Questi gruppi terroristici sono combattuti in maniera costante continuativa anche dalle forze di sicurezza israeliane, che sono state affiancate in diverse occasioni dalle milizie Usa nel contrastare il terrorismo islamico.
Ma dall’altro lato, le autorità iraniane vedono l’intromissione statunitense come una sfida verso il regime e verso il proprio potere. Teheran ha a cuore la propria immagine internazionale e non accetta che vengano mosse critiche sopratutto su decisioni interne, come la repressione. In merito alla questione il regime ritiene che sia stata sovvenzionata e finanziata dagli Stati Uniti e dagli alleati europei, che vogliono annientare l’espandersi della potenza islamica iraniana.
Linee politiche e di pensiero diametralmente opposte, che generano attriti anche in merito al foto che l’Iran ha fornito armi letali ovvero droni kamikaze che hanno colpito numerosissimi obbiettivi civili in Ucraina determinando poi la morte e il ferimento di civili innocenti.
Una questione che ha diviso internamente e in maniera profonda le autorità statunitensi è quella del patto sul nucleare del 2015, interrotto dall’amministrazione Trump, all’epoca presidente Usa, nel 2018 che ha creato spaccature e negli ultimi mesi dato che alcuni funzionari politici statunitensi hanno cominciato a dichiarare che, a loro avviso Biden, non si scaglia come dovrebbe contro l’Iran perché ha interesse nel recuperare il patto sono nucleare e alcuni deputati non condividono questa posizione.
L’accordo nucleare tra Iran e USA del 2015 ha rappresentato uno dei punti salienti della politica estera di Barack Obama. L’accordo prevedeva che l’Iran si impegnasse a limitare il suo programma nucleare in cambio della revoca delle sanzioni internazionali. Tuttavia, nel 2018 l’amministrazione del presidente l Trump ha deciso di ritirarsi dall’accordo, affermando che non era sufficiente per prevenire l’Iran dall’acquisizione di armi nucleari e che l’eliminazione delle sanzioni avrebbe aiutato il regime iraniano a finanziare il terrorismo.
La decisione degli Stati Uniti di abbandonare l’accordo nucleare ha avuto gravi conseguenze sulla stabilità regionale e internazionale. In risposta al ritiro degli Stati Uniti, l’Iran ha iniziato a violare gradualmente gli accordi ampliando il suo programma nucleare e ha minacciato di sviluppare armi nucleari se le sanzioni non fossero state revocate. Gli alleati degli Stati Uniti, inclusi l’Unione Europea, hanno cercato di cercare un accordo alternativo per salvaguardare l’accordo nucleare, ma fino ad oggi non è stato raggiunto alcun progresso. In conclusione, la questione dell’accordo nucleare tra Iran e Stati Uniti rimane uno dei nodi più complicati della politica internazionale.
Ma le tensioni tra gli Stati Uniti e l’Iran sono aumentate negli ultimi anni, portando a una serie di incidenti e conflitti. Nel 2020, gli Stati Uniti hanno aumentato le sanzioni contro l’Iran, accusandolo di sponsorizzare il terrorismo. Gli Stati Uniti hanno anche ucciso il generale iraniano Qassem Soleimani in un attacco aereo a Bagdad, in Iraq, nel gennaio 2020, provocando una forte reazione da parte dell’Iran che ha lanciato attacchi missilistici contro le basi militari degli Stati Uniti in Iraq.
Inoltre, ci sono state anche tensioni nel Golfo Persico, con la Marina degli Stati Uniti che ha intensificato le proprie operazioni di pattugliamento nel tentativo di dissuadere l’Iran. Nel marzo 2021, l’Iran ha lanciato un attacco missilistico contro una base militare statunitense in Iraq, uccidendo un imprenditore americano e un soldato britannico.
In aggiunta a ciò, nel 2021 I’Iran ha anche incrementato il suo programma nucleare, violando gli accordi di non proliferazione. Gli Stati Uniti hanno risposto a questa mossa con la proposta di tornare all’accordo nucleare, ma richiedendo anche che l’Iran si impegni a limitare la sua attività missilistica.
In conclusione, il futuro tra gli Stati Uniti e l’Iran sembra incerto e pieno di problemi e conflitti. La situazione sulla proliferazione nucleare dell’Iran, le tensioni nel Golfo Persico e gli attacchi missilistici sempre più frequenti rappresentano un importante rischio per la stabilità della regione e potrebbero portare a un conflitto aperto.
Ora le tensioni in Medio Oriente che hanno visto attacchi israeliani che hanno ricevuto poi la risposta delle milizie filo-iraniane, ritenute terroristiche a livello internazionale, unita alla ripresa della repressione governativa date le proteste che si sono riaccese a causa degli avvelenamenti a discapito delle studentesse negli edifici scolastici femminili l, ma anche alle nuove regole imposte dal regime iraniano in merito all’utilizzo del velo.
Le parole di Blinken e la reazione delle autorità iraniane
Il portavoce del ministero degli esteri dell’Iran Kanaani ha dichiarato in risposta al tweet che ha condiviso il segretario di Stato americano Blinken e lo ha descritto come un mezzo per promuovere l’Iranofobia.
Il messaggio condiviso sui social giovedì 20 aprile ha rivelato la volontà di Washington e il suo impegno nell’interrompere le attività di approvvigionamento militare dell’Iran e questa affermazione ha scatenato il malcontento del regime iraniano, che si è scagliato contro il funzionario Usa e contro Washington che vogliono, a loro avviso, semplicemente distruggere la Repubblica islamica dell’iran.
Kanaani, tuttavia, ha respinto le accuse di Blinken e ha spiegato che molte affermazioni pervenute dagli Stati Uniti sono “infondate e prive di alcuna base.”
Secondo il portavoce iraniano, queste affermazioni non fanno altro che alimentare l’iranofobia, ovvero il timore ingiustificato verso l’Iran e il suo popolo.
Kanaani ha inoltre sottolineato che gli Stati Uniti non hanno il diritto di interferire con il programma militare dell’Iran e ha invitato Washington a rispettare la sovranità dell’Iran.
Ha anche affermato che il programma militare iraniano ha solo scopi difensivi e non rappresenta alcuna minaccia per altri paesi.
Il tweet di Blinken ha suscitato una forte reazione da parte delle autorità iraniane, che l’hanno definita una presa di posizione ingiustificata e provocatoria.
L’Iran ha ripetutamente affermato di non avere alcuna intenzione di sviluppare armi nucleari, ma ha anche sottolineato che continuerà a produrre armamenti difensivi per proteggere il proprio territorio e il popolo iraniano.
In questo clima di tensione tra Iran e Stati Uniti, le affermazioni di entrambe le parti continuano a suscitare preoccupazione e incertezza sulla possibilità di un miglioramento delle relazioni tra i due paesi.
Blinken ha anche aggiunto che: “Stiamo designando entità dell’Iran e della Repubblica popolare cinese coinvolte in tali comportamenti destabilizzanti”.
Nella giornata di domenica 23 aprile invece il portavoce iraniano ha sottolineato che: “tali osservazioni sono mirate a vendere armi americane fomentando il progetto fallito dell’iranofobia e creando divisione tra i paesi della regione”.
L’Iran ha fornito droni, razzi, missili e altre armi a una serie di gruppi militanti per procura in tutto il Medio Oriente e ha inviato centinaia di droni suicidi in Russia che sono stati usati contro l’Ucraina,
Il 19 aprile, l’Office of Foreign Assets Control (OFAC) del Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti ha designato sei persone e un’entità coinvolte nell’acquisizione di componenti elettronici da parte dell’Iran per i suoi programmi militari tentando di arrestare la crescita militare.
L’OFAC ha affermato che queste attività sono state eseguite tramite diverse società di copertura che hanno facilitato l’acquisto di queste componenti elettroniche, permettendo all’Iran di avanzare nei suoi programmi militari in modo fraudolento. Queste attività minacciano la stabilità della regione del Medio Oriente e hanno reso possibile l’invio di armi e droni a gruppi terroristici in tutto il mondo.
La designazione da parte dell’OFAC rappresenta un importante passo avanti nella lotta contro le attività destabilizzanti dell’Iran nella regione e nel mondo. Gli Stati Uniti continueranno a utilizzare tutti gli strumenti a loro disposizione per contrastare le attività illecite dell’Iran e proteggere la sicurezza regionale e internazionale.
Nonostante tutto ciò l’Iran continua con la sua politica autoritaria islamica che è notoriamente intransigente e sta arrecando grande sofferenza la popolazione che subisce su vari fronti e ha visto uccidere dallo lo stesso regime e dalle guardie rivoluzionarie oltre 500 giovani manifestanti, soltanto perché hanno preso parte alle proteste, scaturite dopo la morte di Mahsa Amini uccisa dalle percosse della polizia morale a causa dell’aver utilizzato male il velo. Il governo in Iran ha deciso di rincarare ancora di più la dose di punizioni inerenti alle violazioni e ha plasmato la modalità di verifica installando telecamere di sorveglianza. Il regime ha voluto soprattutto sottolineare che la Repubblica islamica iraniana è fondata sulle leggi della Sharia e niente e nessuno potrà intromettersi in merito alla questione.
La guida Suprema dell’iran Alì Khamenei ha sottolineato anche che l’Occidente è causa della rivoluzione iraniana dato che a suo avviso è stato compiuto un atto di plagio nei confronti degli iraniani più deboli che si sono lasciati convincere dagli Usa, ma la missione del regime sarà proprio quella di contrapporsi che tenta di colpire il paese privando no della serenità quotidiano.