”Il contratto di sviluppo è servito nella nostra realtà come strumento di sicuro interesse e di incentivo per ciò che abbiamo realizzato: è risultato uno strumento molto valido”, afferma ad Adnkronos/Labitalia Dario De Lisi, Sales Dept di Masseria Fruttirossi Srl, commentando l’investimento complessivo di 19,8 milioni di euro, di cui 9,5 milioni di euro come agevolazione concessa alla Masseria Fruttirossi, grazie al contratto di sviluppo, l’incentivo gestito da Invitalia (l’Agenzia nazionale per lo sviluppo), che sostiene gli investimenti di aziende di grandi dimensioni, e di cui l’impresa pugliese, nata nel 2016, ha beneficiato.
Il nuovo stabilimento a Castellaneta (Taranto) è nato con l’iniziativa proposta per il contratto di sviluppo finalizzata alla realizzazione di una nuova unità produttiva riguardante la lavorazione e trasformazione del melograno, sia per la vendita del frutto fresco, sia per l’ottenimento di sottoprodotti per il mercato del fresco e del surgelato, fino alla produzione di succhi da prodotto fresco o da concentrato.
Masseria Fruttirossi Srl è partecipata al 33,33% da Michele De Lisi e al 66,67% dalla società ‘La Colonna LG Sagl’ di proprietà di Bruno Bolfo, imprenditore nel settore siderurgico. L’azienda – che ha registrato il proprio marchio ‘Lome Super Fruit’ – ha definito accordi commerciali con la Agricola Pugliese TerzoDieci Srl per l’approvvigionamento e attualmente risulta accreditata come fornitore per il prodotto fresco con alcuni player della Gdo (come Lidl e Simply); altro target sarà il segmento Ho.re.ca.
Il programma di sviluppo è stato avviato nel settembre 2016, mentre il termine di realizzazione è previsto per il 31 giugno 2019, salvo richiesta di proroga. Il programma, dunque, risulta quasi completato e l’impatto occupazionale a regime è di 38 addetti. “In questo percorso, Invitalia è stato un partner importante: abbiamo trovato persone professionali, disponibili, che hanno sicuramente dato il loro supporto per l’attuazione del nostro progetto”, sottolinea De Lisi.
“In generale, riteniamo il contratto di sviluppo sicuramente uno strumento valido – ribadisce – che consente alle imprese di realizzare i propri progetti, in maniera particolare al Sud. Poiché può costituire una inversione di tendenza rispetto a quello che vediamo solitamente, cioè l’emigrazione dei giovani professionisti meridionali che, in assenza di strumenti validi come può essere appunto il contratto di sviluppo, sono spesso costretti a realizzare i propri sogni altrove. In questo modo, invece, si dà concretezza e si dà la possibilità a chi dovesse avere delle valide idee di poterle attuare e di attuarle nel proprio territorio”.
In collaborazione con AdnKronos
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