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Contratto di sviluppo Invitalia: nel 2018 investimenti per oltre un miliardo

I numeri del contratto di sviluppo Invitalia del 2018: gli investimenti per oltre un miliardo sono andati a finanziare 32 progetti che in tutto hanno generato 20.000 posti di lavoro. A confermare gli ottimi risultati raggiunti è Ernesto Somma, responsabile Business Unit Incentivi e Innovazione di Invitalia (l’Agenzia nazionale per lo sviluppo).

Il contratto di sviluppo Invitalia

Con il contratto di sviluppo Invitalia sostiene gli investimenti di grandi dimensioni nel settore industriale, turistico e di tutela ambientale. La misura, infatti, favorisce la realizzazione di programmi strategici e innovativi di rilevante dimensione, per rafforzare la struttura produttiva del paese attraendo anche investimenti esteri. Dalla prima edizione, avviata a settembre 2011, fino al 1° dicembre 2018, sono state complessivamente 708 le domande presentate, 32,5 milioni di euro gli investimenti previsti, 16,8 milioni di euro le agevolazioni richieste, a fronte di 136 contratti finanziati, 4,8 miliardi di euro di investimenti attivati, 2,3 miliardi di euro di agevolazioni concesse. E sono stati 70.281 i posti di lavoro creati o salvaguardati.

I dati del 2018

Nel 2018 sono 32 i contratti di sviluppo approvati per un numero complessivo di iniziative di investimento pari a 67, e un’attivazione di investimenti privati pari a circa 1,2 miliardi di euro. I fondi pubblici che accompagnano questi investimenti ammontano a 450 milioni di euro e l’impatto in termini di occupazione salvaguardata o creata è considerevole: siamo intorno alle 20mila unità.

A Labitalia Somma afferma: “Il 2018 si è confermato un anno molto positivo per gli investimenti che abbiamo sostenuto con il contratto di sviluppo. Veniamo già da un biennio, quello precedente, in cui numerose erano state le iniziative che avevamo finanziato”.

Le differenze per regione

Quanto alle aree geografiche maggiormente interessate, “una prima macro-distinzione – precisa – è tra Nord e Sud: dal Sud proviene circa il 60% delle iniziative e le regioni più attive sono una del Nord e un’altra del Sud, il Piemonte e la Campania”.

“Per quanto riguarda, invece, i settori produttivi coinvolti, sono quelli che rispecchiano la tradizionale specializzazione produttiva del paese: circa il 52% delle iniziative riguarda il sistema alimentare, seguito dalla chimica e dalla meccanica. Sinteticamente, possiamo dire, quindi, che riusciamo a sostenere il modello di specializzazione tipico dell’Italia, premiando però le eccellenze e investendo molto in innovazione”, sottolinea Somma.

“Nei fatti, il contratto di sviluppo ha dimostrato di essere particolarmente gradito alle imprese di ogni dimensione: tanto le grandi quanto le piccole e medie ricorrono a questo strumento. Il 53% circa dei contratti ha riguardato le pmi, ovviamente associandosi tra di loro perché la dimensione minima dell’investimento manifatturiero resta abbastanza elevata, 20 milioni di euro”, ricorda il responsabile Business Unit Incentivi e Innovazione di Invitalia.

Il fast track utile agli investimenti

“Questo a dimostrazione – prosegue – che è una misura che, pur essendo indirizzata a investimenti di maggiore dimensione, è sufficientemente flessibile per consentire alle pmi di aggregarsi intorno a progetti di investimento comuni e alle grandi imprese di realizzare investimenti maggiori. E’ una misura che garantisce poi, grazie alle tante persone di Invitalia che su questo sono impegnate, tempi di risposta relativamente rapidi. E le imprese dimostrano di aver gradito anche questo nuovo meccanismo del ‘fast track’, che consente entro 60 giorni di avere una prima risposta circa l’ammissibilità dell’investimento”.

E si guarda con ottimismo anche al nuovo anno. “Da un punto di vista prospettico, abbiamo risorse, che sono state rese disponibili dal Cipe nel corso dell’anno, per tutto il 2019, e questo ci fa ritenere, anche alla luce delle domande e dell’interesse che abbiamo avuto da parte delle imprese, che anche il 2019 potrà darci risultati interessanti, per noi ma soprattutto per il paese”, assicura Somma.

Alcuni esempi di contratti avviati

“Fra i contratti avviati, mi fa piacere citarne un paio – dice il dirigente di Invitalia – che sono esemplificativi del tipo di impatto che questi strumenti possono avere”.

“Il primo è quello di Saxa Grestone – racconta – che dal febbraio 2018 ha rilevato lo stabilimento in crisi dell’Ideal Standard: lì abbiamo recuperato un know how dei lavoratori assai stratificato e, insieme al know how innovativo della nuova impresa, oggi quello stabilimento ha cessato di fare la tradizionale produzione che faceva ed è passato a produrre il primo sanpietrino di gres porcellanato del mondo. Quindi, un recupero del vecchio know how, con l’innovazione, e sostenuto dallo Stato, rilancia un bacino occupazionale che invece era in crisi”.

“L’altro contratto di sviluppo, sempre finanziato nel 2018, è quello – prosegue Somma – di Yoox net à porter, il primo unicorno italiano, la prima startup il cui valore ha superato il miliardo di euro, che ha siglato con noi un contratto di sviluppo che finanzia il loro investimento in ricerca su Industria 4.0 e Intelligenza artificiale. Quindi, settori tradizionali italiani in crisi che vengono rilanciati, ma anche uno sguardo sul futuro, sulle nuove tecnologie”.

Come funziona il contratto di sviluppo

Il contratto di sviluppo è rivolto alle imprese italiane ed estere. I destinatari delle agevolazioni sono: l’impresa proponente, che promuove l’iniziativa imprenditoriale ed è responsabile della coerenza tecnica ed economica del contratto; le eventuali imprese aderenti, che realizzano progetti di investimento nell’ambito del contratto di sviluppo; i soggetti partecipanti agli eventuali progetti di ricerca, sviluppo e innovazione. Può, inoltre, essere realizzato da più soggetti in forma congiunta con il contratto di rete.

L’investimento complessivo minimo richiesto è di 20 milioni di euro. Solo per attività di trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli si riduce a 7,5 milioni di euro. Invitalia gestisce il contratto di sviluppo: riceve le domande, valuta i progetti, concede ed eroga le agevolazioni. E l’impresa proponente è l’interlocutore formale nei confronti di Invitalia, anche per conto delle aziende aderenti. Dal 2016, è stata introdotta anche la possibilità dell’accordo di sviluppo, una nuova procedura a favore dei progetti strategici di grandi dimensioni, e sono stati ridotti i tempi necessari per ottenere le agevolazioni (‘fast track’), assicurando l’avvio entro 6 mesi dalla determina e il completamento del programma di investimenti entro 36 mesi.

In collaborazione con AdnKronos

Kati Irrente

Giornalista per vocazione, scrivo per il web dal 2008. Mi occupo di cronaca italiana ed estera, politica e costume. Naturopata appassionata del vivere green e della buona cucina, divido il tempo libero tra musica, cinema e fumetti d'autore.

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