Diversi droni ucraini hanno attaccato la Crimea senza avere però successo. Altri nove attacchi sono stati sventati dall’esercito russo e sono rimasti uccisi 150 militari ucraini.
Zelensky ha affermato di avere un piano per integrare la Crimea velocemente all’Ucraina, ha perciò invitato i russi ad abbandonare la zona ora che è ancora presente il ponte che collega la Crimea alla Russia.
Alcuni droni ucraini hanno tentato di attaccare le strutture infrastrutturali che si trovano nel distretto di Krasnogvardeysky in Crimea, a riportare la notizia è stato Sergej Aksyonov, Capo della Repubblica di Crimea.
Secondo quanto riportato dalle forze ucraine sono stati distrutti 36 missili da crociera dei russi, tre erano missili da crociera Kalibr mentre gli altri erano missili da crociera Kh-101/ Kh- 555.
Zelensky ha voluto ringraziare il lavoro svolto dai soldati ucraini che hanno abbattuto questi missili proteggendo l’Ucraina e il suo popolo.
Secondo alcune fonti del Pentagono che hanno rilasciato delle dichiarazioni al New York Times attualmente stiamo davanti alla massima controffensiva ucraina, sono migliaia i rinforzi che sono impegnati sul campo di battaglia che fino ad oggi non erano stati impegnati.
Le forze armate dell’esercito russo hanno respinto ben nove attacchi dell’esercito ucraino lanciati verso Svatove e Krasnyi Lyman.
Hanno reso noto anche che sono rimasti uccisi 150 militari ucraini, hanno distrutto due veicoli da combattimento di fanteria e quattro corazzati. La notizia è stata riportata da Ria Novosti in seguito alle dichiarazioni di Alexander Savchuk.
Il presidente ucraino ha anche voluto commentare la decisione del Senato italiano di voler riconoscere ciò che avvenne a Holodomor nel 1932 e nel 1933 come un genocidio del popolo ucraino.
Zelensky ha commentato con queste parole: “È molto importante che il riconoscimento da parte del mondo della verità storica sull’Holodomor stia diventando sempre più forte”.
Zelensky ha presentato al Parlamento ucraino, Verkhovna Rada, due progetti di legge che prevedono l’estensione della legge marziale e la mobilitazione. Entrambi i progetti sono stati pubblicati sul sito ufficiale del Parlamento e prevedono l’estensione delle due leggi per 90 giorni.
Lo stesso presidente ha poi firmato la legge che permette l’introduzione di un bollo fiscale elettronico a partire dal 1° gennaio 2026, un importante passo per poter contrastare la corruzione nel settore del tabacco e del controllo. La notizia è stata riportata dal ministero della Trasformazione digitale.
Il presidente dell’Ucraina ha poi voluto dare un consiglio a tutti i russi che al momento si trovano in Crimea invitandoli a tornare nella loro nazione ora che il ponte sullo stretto di Kerch esiste ancora.
Nel discorso serale il presidente ha dichiarato che stanno studiando diverse misure per eliminare l’occupazione russa e c’è un piano che permette di reintegrare facilmente e rapidamente la Crimea all’Ucraina.
Ha poi proseguito affermando di essere certo che la Russia perderà il conflitto.
Gli Stati Uniti d’America, attualmente guidati da Joe Biden, hanno diffuso la notizia che hanno cominciato a condividere con la Corte penale internazionale dell’Aia le prove sui crimini di guerra che sono stati commessi sul suolo ucraino.
Questo annuncio pone fine ad una disputa interna durata mesi che vedeva da una parte il Pentagono che si opponeva con molta resistenza, perché l’invio di tali prove avrebbe previsto l’approvazione di un possibile tribunale internazionale che un giorno potrebbe decidere di perseguire anche i soldati americani.
Dall’altra parte invece il NSC, consiglio di sicurezza nazionale, e il dipartimento di Stato facevano notevoli pressioni per sostenere la cooperazione con la Corte penale internazionale.
Secondo il Guardian questo annuncio starebbe anche a significare che dopo mesi in cui Joe Biden non si è espresso in merito alla questione abbia finalmente preso una posizione chiara.
Quindi ad oggi l’America ha cominciato a condividere le prove dei crimini di guerra russi che sono stati svolti dall’inizio del conflitto in Ucraina ad oggi.
Abdel Fattah al Sisi, presidente egiziano, ha voluto precisare in data odierna che la sua nazione sostiene fortemente tutti gli sforzi per porre fine alla guerra in Ucraina spingendo verso una soluzione politica, la nota è stata diffusa dall’ufficio presidenziale del Cairo.
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