Emersi diversi casi irregolari in quest’ultimo mese dai controlli fatti dai Nas (Nuclei Antisofisticazione e Sanità), in numerose strutture italiane. Ecco la situazione nel nostro Paese.
A metà novembre, i Nas hanno condotto numerose ispezioni in diversi centri sanitari in Italia, riscontrando parecchie irregolarità e decretando numerose sanzioni sia a strutture che a personale sanitario.
Sono state segnalati numerosi lavoratori del settore, sia negli ospedali che nelle Rsa, dopo aver ispezionato più di mille strutture in tutto lo stivale. Numerose irregolarità accertate e sanzioni: i numeri di questi ultimi controlli.
Sentiamo spesso parlare dei Nas, ovvero i Nuclei Antisofisticazione e Sanità, gruppi che fanno parte dell’Arma dei Carabinieri.
Questa branchia dell’Arma deve controllare la salute pubblica e la sicurezza dei prodotti alimentari, per verificare eventuali anomalie nei confronti del rispetto della legge italiana.
In pratica, i Nas hanno il controllo in tutta Italia dell’intera filiera produttiva e distributiva, sia nel settore alimentare che in quello sanitario.
I Nas vengono anche chiamati “organi accertatori” che vengono delegati dalla Procura della Repubblica per portare avanti indagini precise, accurate per il benessere di tutti i cittadini.
I controlli dei Nas avvengono periodicamente, soprattutto in negozi alimentari, supermercati, ospedali e strutture sanitarie.
Quando la situazione viene valutata negativamente dai Nas, si rischiano fortissime sanzioni, ma anche la chiusura stessa delle strutture, l’eventuale blocco di una produzione e anche risarcimenti danni per clienti, pazienti e lavoratori.
Durante i controlli effettuati su ospedali e Rsa a metà novembre, i Nas hanno riscontrato numerose illegalità, che ora saranno punite come prevede la legge.
I Nas, infatti, hanno segnalato 165 posizioni irregolari, 205 persone, divise così: 83 all’Autorità Giudiziaria e 122 a quella Amministrativa.
Sono state controllate 1934 strutture sanitarie in tutto, più di 600 imprese e cooperative e oltre undicimila dipendenti, tra infermieri, medici e altre professioni sanitarie.
Sono venuti fuori tantissimi casi di esercizio abusivo della professione, nello specifico infermieri che svolgono il mestiere senza essere iscritti all’albo e senza il riconoscimento di titoli conseguiti in altri Paesi.
Ci sono state anche diverse carenze strutturali verificate dai Nas, casi gravi e meno gravi, tra cui la chiusura di cinque strutture socio-sanitarie.
Sospesi anche otto titolari di cooperative, accusati di “reato di frode e inadempimento nelle pubbliche forniture”.
Inoltre, sono stati ritenuti colpevoli di aver inviato personale come assistenza ausiliaria in numero inferiore a quanto richiesto, i diversi ospedali pubblici.
Un’altra irregolarità segnalata è stata la fornitura da parte di alcune cooperative di medici con età superiore ai 70 anni, che è il limite previsto da contratto.
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