Durante il convegno “RespiraMi 2022″, gli esperti hanno pubblicamente riportato i dati di uno studio effettuato per la prima volta in Italia. Lo studio ha contato un campione di due milioni di persone circa.
Il 17 e il 18 giugno, si è tenuto a Milano il seminario “RespiraMi: Recent Advances in Air Pollution and Health co-organizzato dalla Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico e dalla Fondazione Internazionale Menarini.
I dati, che sono stati discussi durante quelle ore, fanno parte di uno studio, che ha visto protagonista per la prima volta l’Italia e gli italiani.
Cosa ne sappiamo davvero di questa piaga che affligge l’Italia e non solo? Vediamo insieme di fare più chiarezza sul tema.
Il campione preso in considerazione conta circa due milioni di persone, che sono state costantemente monitorate per un lasso di tempo di quasi otto anni.
Questo ha permesso agli studiosi di quantificare l’impatto sulla salute mentale e psicologica dei soggetti, in relazione all’esposizione dello smog.
A quanto pare l’esposizione prolungata allo smog derivante dal traffico veicolare potrebbe in parte contribuire a sviluppare malattie mentali, con la possibilità di sfociare in depressione.
Durante il recente seminario, gli esperti hanno infatti evidenziato un aumento di depressione del 13%, di disturbi d’ansia del 9% e di schizofrenia del 7%.
Queste percentuali si riferiscono maggiormente ad una fascia di età compresa tra i 30 e i 64 anni.
Ad avvalorare la tesi dei ricercatori è l’aumento dell’acquisto in farmacia di antipsicotici, antidepressivi e stabilizzanti dell’umore, che a quanto pare sono in salta di circa il 4%.
Secondo il co-presidente del seminario tenutosi a Milano, Sergio Harari, i dati riscontrati si possono classificare come preoccupanti, in quanto lo smog non è più solo un pericolo per organi come polmoni e cuore, ma è diventato un pericolo per il cervello.
Secondo lui infatti, questo fenomeno, che affligge le grandi metropoli e non solo, è diventato una delle cause di anomalie per il corretto funzionamento cerebrale.
Altro tasto dolente esaminato dagli esperti durante il seminario è che questo problema atmosferico possa provocare effetti sullo sviluppo cognitivo dei bambini.
È stato infatti dimostrato, tramite studi anche in soggetti in stato di gravidanza, che i livelli di inquinamento superiori alle soglie indicate dall’UE, potrebbero comportare un’alterazione nello sviluppo del cervello dei bimbi, anche se ancora nel grembo materno.
Pertanto possiamo affermare che, secondo i dati derivati da una ricerca svoltasi per la prima volta nel nostro Paese, l’esposizione cronica all’inquinamento comporta certamente un impatto negativo anche sulla salute.
Come ha spiegato Massimo Stafoggia, del Dipartimento di Epidemiologia del Servizio Sanitario della Regione LazioQuesto studio, i risultati della ricerca che si è svolta dal 2011 al 2019, indicano che i livelli di smog sono correlati all’inevitabile aumento del rischio di andare incontro a una patologia mentale.
Inoltre gli adulti fra i 30 e i 64 anni sembrano essere i soggetti più fragili.
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