Una conferenza lunga 12 giorni. A Sharm el-Sheikh, in Egitto, dal 6 al 18 novembre, si è tenuta la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, conosciuta soprattutto con l’abbreviazione di Cop27. Un congresso, in cui, è stato approvato il documento finale che acconsente di mantenere il riscaldamento globale entro 1,5 gradi.
È stato uno dei punti più delicati durante la XXVII Convenzione quadro delle Nazioni Unite circa l’accordo di poter istituire un fondo per le perdite e i danni provocati dal cambiamento climatico.
Terminato uno dei congressi più importanti per discutere circa i cambiamenti climatici a livello globale con i potenti delle Nazioni Unite, finalmente è arrivato il documento finale d’intesa che ha confermato di voler mantenere il surriscaldamento climatico entro 1,5 gradi dai livelli pre-industriali, un tetto massimo già fissato dallo scorso anno durante la Cop26 a Glasgow.
Inoltre, è stato anche concordato di poter istituire un fondo per le perdite e i danni che sono stati causati dal riscaldamento globale per i paesi più fragili. Per questo motivo è stato istituito un Comitato provvisorio che dovrà redigere un progetto da presentare alla prossima conferenza, la Cop28, che nel 2023 si terrà a Dubai, negli Emirati Arabi.
Nell’intesa finale non compare nulla circa maggiori dettagli sulla riduzione o eliminazione dell’utilizzo del carburante.
Conclusa in Egitto la XXVII Conferenza delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico, adesso è tempo di bilanci riguardo gli accordi raggiunti e in preparazione della Cop28 del prossimo anno che si terrà a Dubai.
“Quello che abbiamo davanti non è abbastanza da costituire un passo in avanti per la popolazione del pianeta”.
Queste le dichiarazioni rilasciate da Frans Timmermans, vicepresidente della Commissione Europea esprimendo amarezza riguardo le riduzioni di emissioni di CO2.
Un documento finale approvato ma che presenta dei limiti, non è all’altezza di essere in grado di annientare il riscaldamento globale. Nel rapporto, si stima che per riuscire a mantenere il nostro pianeta non oltre 1,5 gradi di temperatura è fondamentale ridurre le emissioni del 43% al 2030 in confronto al 2019.
Una Conferenza che sicuramente poteva concludersi con degli obiettivi migliori. Aspettative che sono solamente rimandate poiché la transizione, il cambiamento incidono sui costi di ogni singolo paese e che durante la chiusura del congresso il vicepresidente della Commissione Europea invita tutti i suoi colleghi a trovare il coraggio di superare un grande scoglio:
“Abbiamo già perso un sacco di tempo, difendiamo le ambizioni di Glasgow. Noi oggi cominciamo a preparare la Cop28”.
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