La ministra della Famiglia, Eugenia Roccella, si è espressa in merito alle coppie genitoriali, definendole non veritiere per il bambino.
“Ogni bambino ha diritto ad avere un padre e una madre. Questo non si può eliminare e avere due genitori dello stesso sesso non è una verità ed è ingiusto”. Di tutt’altro avviso è, però, la Commissione europea.
La ministra della Famiglia, Natalità e Pari Opportunità, Eugenia Roccella, si è espressa in merito alle coppie omogenitoriali spiegando quella che, secondo lei, può essere definita una vera famiglia.
Con un intervento nella trasmissione “Mattino Cinque News“, ha dichiarato:
“ogni bambino ha diritto a una madre e un padre, questo non si può eliminare e non è una verità avere due genitori dello stesso sesso”.
Ancora, ha sottolineato che il corpo femminile non si può affittare, così come la compravendita di ovociti su un catalogo.
Le parole della ministra su un tema così delicato ha diviso l’opinione pubblica fra coloro che su questo argomento sono fermi come lei e altri che invece abbracciano l’idea delle nuove famiglie arcobaleno.
Ma qualcuno si è mai soffermato sul pensiero dei bambini? Esternamente possono sembrare felici ma cosa penseranno quando a scuola vedranno i loro compagni avere un padre e una madre? Si faranno delle domande ovviamente e le risposte saranno difficili da dare e spiegare.
Pronunciare le parole “Mamma” e “Papà” è un diritto sacrosanto di ogni bambino e questo non si può modificare. Questo il principio espresso dalla ministra in merito al dibattito delle coppie omogenitoriali e sulla dicitura che in questo caso i passaporti devono riportare.
“la questione è semplice: ogni bambino ha una mamma biologica che lo ha partorito e un papaà biologico, questo è un dato di fatto. così deve essere composta una famiglia. quando si dice che un bambino ha due mamme o due papà non è un’affermazione vera”.
Roccella ha le idee ben chiare e si esprime senza l’intento di giudicare o offendere nessuno, solo riportando dati di fatto. L’argomento provoca sempre accese discussioni e ognuno ha idee diverse, quelle della Ministra sono state espresse in maniera molto chiara.
Dalle sue parole si evince il suo pensiero, ovvero quello secondo cui chi parla di due madri o due padri non dice la verità e cancella dalla vita del bambino il genitore biologico, a cui per esempio quest’ultimo assomiglierà.
“bisogna conoscere i singoli casi e lasciare che a decidere sia la magistratura. tuttavia credo che sia una realtà biologica inconfutabile. il corpo della donna non è merce di compravendita, è a questo che sono contraria, così come alla mercificazione degli ovociti come prodotti da catalogo”.
Continua poi ricordando che la mamma è una sola e la maternità fa parte della comunità umana, perciò toccarla equivale ad essere apprendisti stregoni.
E sul come conciliare questa con la carriera, la Roccella risponde:
“oggi le donne desiderano figli ma non li fanno per paura di perdere il posto di lavoro. questo è un problema e un ostacolo su cui bisogna intervenire perché le donne devono essere libere di fare i figli che desiderano”.
Di tutt’altro avviso la Commissione Ue, che in queste ore ha proposto un regolamento a tutela degli spostamenti delle coppie genitoriali fra i diversi Paesi membri.
Un passo importante verso il riconoscimento di queste famiglia e si pensa anche a un certificato europeo di genitorialità.
Von der Leyen si è detta orgogliosa delle nuove norme precisando che i genitori dello stesso sesso dovrebbero essere riconosciuti come una famiglia vera e propria, al pari di quelle tradizionali.
Questo è fra i principi delineati nel regolamento che evidenzia come l’omogenitorialità debba essere riconosciuta in tutti gli Stati membri.
Le nuove norme garantiranno chiarezza giuridica a tutte le tipologie di famiglie che si trovano in una situazione transfrontaliera all’interno dell’Ue, le quali potranno rappresentare a pieno le questioni legali dei minori.
Questi ultimi potranno beneficiare dei diritti che ne derivano in termini di affidamento, successione, mantenimento.
Bruxelles propone anche la creazione di un certificato valido a livello europeo quindi parliamo nel complesso di una serie di provvedimenti che si pongono all’opposto di quanto affermato dalla Ministra della Famiglia.
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