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Corano bruciato a Stoccolma, richiamato l’ambasciatore del Marocco

Un iracheno di 37 anni ha bruciato il Corano davanti alla grande Moschea di Stoccolma, il Marocco ha deciso di richiamare l’ambasciatore in Svezia.

Salwan Momika – Nanopress.it

Il gesto, che ha causato l’indignazione è stato condannato come offensivo e irresponsabile, è stato condannato da tutti i Paesi che si sono sentiti direttamente chiamati in causa, parliamo infatti di un gesto eclatante che è stato riportato in tutte le emittenti tv del mondo e che ha come protagonista il testo sacro dell’Islam. Fra l’altro, era stato autorizzato dalle autorità svedesi però alla luce di quanto accaduto lo stesso premier del Paese ha parlato di misura legittima ma inappropriata.

Sfregio al Corano in Svezia, richiamato l’ambasciatore del Marocco

Ha fatto infuriare molte persone il gesto compiuto da Salwan Momika, 37enne iracheno fuggito dal suo Paese e residente in Svezia da anni. Proprio a Stoccolma ha fatto qualcosa di inaccettabile per i fedeli del Corano: ha bruciato il testo sacro in un periodo fra l’altro molto particolare, ovvero quello dell’Eid al-Adha, una festa musulmana di 3 giorni.

Anche la scelta del luogo non è stata casuale, infatti ha compiuto il gesto proprio di fronte alla più grande Moschea di Stoccolma, la Medborgarplatsen Camii, nel quartiere di Sodermalm.

Veduta dall’alto della Medborgarplatsen Camii – Nanopress.it

L’azione ha causato l’indignazione di diversi Paesi, in primis la Turchia ma oggi il Marocco ha preso una decisione molto importante, infatti ha richiamato il proprio ambasciatore dalla Svezia, incolpando il Paese per aver autorizzato tutto ciò offendendo profondamente la religione islamica.

In una nota diffusa dal ministero degli Esteri marocchino, si leggono pesanti accuse contro il governo svedese per aver consentito questo affronto nei pressi fra l’altro di un luogo sacro e fermando coloro che hanno tentato di bloccare l’uomo.

“un atto offensivo, l’ennesimo che ignora i sentimenti di un miliardo di musulmani n questo periodo sacro del grande pellegrinaggio alla mecca e della festa benedetta di eid al-adha. richiamiamo il nostro ambasciatore karim medrek, in carica dal 2021, a tempo indeterminato”.

La decisione è un gesto chiaro non solo per fare il punto della situazione ma anche per discutere dei ripetuti affronti del governo svedese, anche anche stavolta si è reso complice di un gesto molto offensivo, autorizzandolo e rimanendo a guardare compiaciuto anche davanti all’indignazione di molti presenti che hanno provato a ribellarsi difendendo la purezza del Corano non come oggetto materiale ma spirituale custodito nel cuore dei musulmani.

Rispetto a molti altri episodi del passato, questo potrebbe davvero logorare i rapporti fra i due Paesi in maniera seria e forse irrimediabile, come una terribile goccia che ha fatto traboccare un vaso già molto precario.

Forti critiche anche da altre potenze, come gli Stati Uniti e la Turchia, quest’ultima in particolare ha rilasciato un comunicato condannando l’atto.

“la svezia, autorizzando lo sfregio, ha commesso un atto spregevole contro il corano, è inaccettabile e tutto ciò viene mascherato con la libertà di espressione. tollerare una cosa simile significa essere complici”

ha tuonato il ministro degli Esteri turco Hakan Fidan su Twitter. Fra l’altro già a gennaio un estremista svedese aveva fatto la stessa cosa nei pressi dell’ambasciata turca a Stoccolma, alimentando l’ira del mondo musulmano. Dal canto suo la Svezia si difende ricordando che questi permessi arrivano dopo una sentenza della Corte d’Appello secondo cui è sbagliato rifiutare le manifestazioni perché si incorre nel rischio di attentati.

Il gesto

Il 37enne Salwan Momika ha chiesto di poter dare fuoco al Corano e l’ha fatto spiegando senza mezzi termini le sue intenzioni alla polizia svedese. È accaduto ieri, in un momento delicato per la Svezia, in procinto di entrare a far parte della Nato ma fortemente contestata dalla Turchia perché accusata di ospitare militanti di organizzazioni giudicate terroriste proprio da Ankara.

Se guardiamo le riprese video che girano sul web, possiamo cogliere lo scontento della popolazione islamica, che ha cercato anche di bloccarlo lanciando delle pietre. L’uomo ha prima preso a calci il Corano e poi gli ha dato fuoco davanti a una folla che protestava e dove la polizia a stento è riuscita a contenere gli animi.

Disordini fuori dalla moschea – Nanopress.it

Anche se le autorità svedesi hanno protetto e autorizzato il 37enne, in seguito è stata aperta un’indagine nei suoi confronti per agitazione contro un gruppo etnico.

Prima di bruciare il testo, ha parlato al megafono ribellandosi alla mentalità musulmana. Le sue parole sono poi state riportate anche dall’agenzia Tt. “Non siamo contro i musulmani ma contro il loro pensiero”.

Già a gennaio l’uomo aveva chiesto di poter protestare seppellendo il Corano fuori dall’ambasciata irachena, però la polizia l’aveva vietato. Ieri invece era dalla sua parte, perché episodi simili in passato hanno portato a settimane di proteste che le forze dell’ordine hanno dovuto sedare con al forza. Un’escalation di violenza interpretata come la volontà di negare la libertà di espressione, così la Corte d’Appello ha deciso che sì, è possibile esprimere il proprio dissenso anche con gesti eclatanti come questo.

Il portavoce della polizia svedese ha detto che il diritto costituzionale ha la precedenza su tutto.

L’episodio ha scatenato l’ira del mondo arabo e ha fatto storcere il naso anche al primo ministro della Svezia, che ha giudicato il fatto legittimo ma inappropriato, dicendo che questo potrebbe avere ripercussioni sulle prospettive di ingresso nella Nato.

La Turchia inizialmente si era dimostrata favorevole ai passi che Stoccolma sta compiendo nel distanziamento del terrorismo e nell’estradizione dei sospetti militanti nel territorio, però fino a un certo punto. Fatti simili purtroppo non possono essere giustificati, tantomeno da un presidente conservatore come Erdogan. Dopo questo episodio, Ankara, che ancora non ha dato il via libera per far accedere la Svezia alla Nato, ha chiesto che il Paese scandinavo si distanzi dal terrorismo in tutte le sue forme, comprendendo anche gesti come questi di tale matrice.

La manifestazione di ieri era programmata e quindi c’era un’ampia folla ad assistere alla protesta dell’iracheno, circa 200 persone. Però il video è diventato virale e gli spettatori, sebbene virtuali, sono stati i cittadini di tutto il mondo, come evolverà la vicenda?

 

Claudia Marcotulli

Diplomata in grafica pubblicitaria, amo l'arte, la natura, gli animali, la grafica, la fotografia e la scrittura.

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