Altri due missili nel Mar del Giappone provenienti dalla Corea del Nord. Ennesimo test missilistico: il comunicato dei governi di Tokyo e Seul.
È stato il settimo e l’ottavo lancio della Corea del Nord negli ultimi 14 giorni. Prima dell’ultima escalation iniziata due settimane fa, la Nordcorea non aveva lanciato alcun missile per quattro mesi di fila.
Impatto fuori dalla zona economica del Giappone. Lo riferisce il governo di Tokyo, che ha ufficializzato altri due lanci missilistici da parte della Corea del Nord. Fortunatamente secondo i media nipponici di Nhk, che hanno appreso le notizie da fonti della guardia costiera, non sarebbe stata danneggiata alcuna nave.
La Corea del Sud ha fatto sapere che i missili sono stati lanciati da Pyongyang, tramite un comunicato dell’esercito pubblicato dall’agenzia Yonhap. Intanto anche gli Stati Uniti hanno intensificato le proprie esercitazioni, con Seul e Tokyo, nella zona della Corea del Nord. Un’altra crisi dunque, altre tensioni diplomatiche e altra benzina sul fuoco, dopo quelle di Taiwan, della Cina, e dopo i disastri della guerra in Ucraina.
I missili che inizialmente erano stati definiti “balistici” senza altre informazioni specifiche, da quanto trapelato dalle fonti giapponesi, hanno percorso 350 km a un’altitudine di 100 km. Nella mattinata di oggi è stato reso noto invece che si trattava di missili a corto raggio.
L’operazione è avvenuta proprio nel giorno i cui gli Stati Uniti e la Corea del Sud si sono impegnati in una manovra marittima, sulla portaerei “Ronald Regan”. Operazioni che secondo le fonti istituzionali e militari nordcoreane sarebbero state delle provocazioni tali da innescare la reazione del lancio dei due missili.
È la giustificazione al lancio del settimo e dell’ottavo missile da parte del governo di Pyongyang, il quale secondo Usa, Giappone e Sudcorea potrebbe prepararsi anche a un test nucleare nei prossimi mesi, che sarebbe il settimo della sua storia.
Delle azioni di autodifesa secondo la Corea del Nord, un chiaro gesto di sfida nei confronti della risposta americana e giapponese, che hanno dato il via a delle operazioni marittime in sinergia tra Seul, Tokyo e Washington per la prima volta dopo cinque anni.
Secondo i militari nordcoreani, la portaerei americana a propulsione militare Uss Ronald Regan di 103.000 tonnellate, avvistata e monitorata nel mare orientale, avrebbe cospirato con navi sudcoreane per esercitazioni contro la Corea del Nord.
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