Corea del Nord news: ci sarebbe il governo di Pyongyang dietro alla decisione del calciatore del Perugia Kwang-Song Han, 19 anni, nato in Corea del Nord (e non si sa quanto ‘fedele’ a Kim Jong-un), di non partecipare alla nota trasmissione di Rai Due Domenica Sportiva. Il giovane attaccante del Perugia si trovava a Milano, in attesa di essere chiamato per presenziare in trasmissione, quando invece dalla Corea del Nord è arrivata la news, la telefonata che gli vietava di andare in tv.
COREA DEL NORD FA LA GUERRA ALLA TV ITALIANA
Il governo di Pyongyang ha dunque vietato a Kwang Son Han di partecipare alla Domenica Sportiva, su Rai Due, segno che la Corea del Nord fa la guerra alla tv italiana prima di pensare agli Stati Uniti, in fondo Kim jong un non pensa solo a come punzecchiare Trump, ma tiene sotto controllo anche i ”suoi” atleti fuori dal Nord Corea. Un atleta di successo, visto che, nonostante la giovane età, l’attaccante con 5 gol ha portato il Perugia in testa alla classifica della serie B del campionato italiano di calcio.
Eppure era tutto organizzato, pare che Han, come lo chiama chi lo conosce, abbia anche letto per tempo la scaletta con le domande che gli sarebbero state rivolte in studio, eppure all’ultimo momento la politica di Pyongyang si è messa di traverso, con Kim jong un a esigere il silenzio assoluto e con Massimiliano Santopadre, presidente del club umbro, a cui non è restato altro che informare la Rai che il giocatore del Nord Corea non sarebbe stato presente a causa di una presunta incapacità di gestire “gli impegni al di fuori del campo della sua professione, per via della giovane età”.
Riccardo Cucchi però ha chiesto altre notizie sui motivi dell’assenza, citando la sua nazionalità nordcoreana e la recente escalation nella tensione tra il suo Paese e l’occidente. Santopadre ha però cercato di essere vago, dicendo che “Han è ancora molto giovane, un ragazzo straniero, che ancora capisce molto poco la lingua italiana, a cui non piace essere esposto mediaticamente”. Ma il patron del Perugia non poteva spiegare, neppure diplomaticamente che alla base del forfait del giocatore della Corea del Nord c’era un diniego da parte di un fantomatico ministero di Pyongyang.
E se la pena per non attenersi ai voleri della Corea del Nord è essere rimpatriati, meglio cedere. Per Han è stato meglio restare impaurito chiuso in camera lontano dalle telecamere italiane, piuttosto che rischiare di essere riportato di forza a casa di fronte al terribile Kim jong un.