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Corea del Sud, addio al conteggio tradizionale degli anni. Popolazione più giovane con lo standard internazionale

Fino a due anni in meno di età. Sarà questo il risultato del provvedimento che da giugno, in Corea del Sud, abolirà il metodo tradizionale di calcolo degli anni della popolazione, in favore dell’adesione al sistema internazionale.

I coreani del Sud diventeranno più giovani – Nanopress.it

Il vecchio sistema era diventato impopolare e considerato un inutile spreco di risorse.

L’innovazione, dal metodo tradizionale allo standard internazionale

Una piccola grande rivoluzione in Corea del Sud. Da giugno, infatti, sarà abbandonato il metodo tradizionale che il Paese ha usato fino a oggi per determinare l’età anagrafica della popolazione. Al suo posto, il Paese asiatico adotterà il metodo considerato come standard internazionale

Ad andare in pensione sarà il metodo con cui si è tradizionalmente attribuita l’età alle persone e con cui si contavano gli anni per marcare il trascorrere del tempo. Il sistema funzionava in questo modo: i neonati, al momento della nascita, avevano già un anno, quasi a contare anche i 9 mesi di sviluppo nel grembo materno. Dopodiché, indipendentemente dal giorno del compleanno, a ogni primo di gennaio scattava un anno in più, per cui un bambino nato a dicembre 2022 risulterà avere già due anni a gennaio 2023, malgrado sia stato partorito solo da appena due mesi. 

Tutti più giovani di uno o anche di due anni

Con l’abolizione di questo sistema, quindi, i bambini diventeranno più giovani di uno o addirittura di due anni, in virtù dell’adesione della Corea al metodo internazionale considerato standard per la misurazione delle età anagrafiche.

L’innovazione riguarderà i documenti di riconoscimento di tutta la popolazione, adulti compresi, tuttavia potrebbero volerci anni prima che il nuovo sistema sostituisca interamente quello tradizionale. 

Uno scorcio della città di Seul – Nanopress.it

Il vecchio metodo, estremamente singolare, è diventato con il tempo molto impopolare. In particolare, sono stati i politici locali ad aver scatenato le critiche. Secondo loro il metodo rendeva la Corea del Sud indietro con i tempi. In netto contrasto quindi con le peculiarità del Paese, dove l’economia è considerata tra le grandi tigri asiatiche, la tecnologia all’avanguardia un colosso del mercato globale e la cultura di diritto annoverata come soft power. 

L’obiettivo del provvedimento

Il presidente coreano Yoon Suk-yeol ha etichettato i diversi sistemi di calcolo degli anni come uno spreco di risorse. Sì, perché oltre al metodo di cui si diceva prima, ce ne è anche un altro diverso quando si tratta di contare l’età anagrafica degli uomini idonei a svolgere il servizio militare obbligatorio, così come per raggiungere l’età legale in cui poter fumare o bere alcolici. In questi casi l’età è calcolata come zero alla nascita e poi il primo anno scatta il primo giorno del nuovo anno.

“La modifica ha l’obiettivo di ridurre sia i costi socioeconomici non necessari derivanti dal contrasto tra età di legge e età sociale, sia la confusione persistente generata dai diversi modi in cui si calcola l’età”, il commento in Parlamento di un esponente del partito di maggioranza. 

Così facendo, quando i coreani si troveranno all’estero non avranno più difficoltà nel rispondere alla domanda sulla loro età. 

Le origini del metodo di conteggio tradizionale, tuttavia, rimangono piuttosto misteriose. Secondo alcuni esperti, il fatto di attribuire un anno alla nascita potrebbe essere legato all’antico sistema numerico asiatico, che non contemplava il concetto di zero. Mentre lo scatto di anzianità al primo gennaio del nuovo anno potrebbe essere dovuto al fatto che i coreani in antichità inserivano il loro anno di nascita nel ciclo del calendario cinese di 60 anni. Però all’epoca, non essendoci ancora i calendari regolari come li conosciamo noi oggi, si preferiva forse ignorare il giorno di nascita e per comodità aggiungere un anno in più il primo giorno del calendario lunare.

Diana Sarti

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