La Cassazione ha confermato la condanna per i sei giovani accusati di aver provocato la fuga di massa dal locale di Corinaldo e aver provocato la strage.
Erano morte 6 persone nella calca della discoteca Lanterna Azzurra, nella notte tra il 7 e l’8 dicembre 2018. Dopo diversi appelli da parte della difesa è arrivata la conferma della pena tra i 12 anni e mezzo e i 10 anni e 9 mesi per i sei giovani del modenese facenti parte della banda dello spray.
Corinaldo, strage in discoteca: confermata la condanna per i 6 imputati
Nella notte tra il 7 e l’8 dicembre 2018 erano morte 6 persone (Emma Fabini, Asia Nasoni, Benedetta Vitali, Mattia Orlandi, Daniele Pongetti e Eleonora Girolimini) e 59 erano rimaste ferite nella calca della strage della Lanterna Azzurra. La discoteca nella provincia di Modena, a Corinaldo, entrata tristemente nella storia della cronaca italiana; luogo di una vera e propria tragedia.
Quella notte, prima dell’inizio del concerto del rapper Sfera Ebbasta, alcuni individui avevano spruzzato dello spray al peperoncino tra la folla seminando il panico. Ne derivarono, come noto, attimi di grande agitazione tra i presenti, impossibilitati ad abbandonare il posto a causa della mancanza – pare – di adeguate uscite di sicurezza.
La Cassazione nella giornata di oggi ha confermato le condanne per i responsabili di quel gesto costato la vita a 5 adolescenti e una mamma di 39 anni; la cosiddetta “banda dello spray”.
I giudici hanno dunque respinto i rispettivi ricorsi della difesa, contro la Corte d’Assise che lo scorso 17 marzo aveva ancora lievemente aumentato le pene – inserendo associazione per delinquere tra le accuse.
Marito di una delle vittime: “sono persone pericolose”
Le pene previste per i 6 giovani della Bassa Modenese sono tra i 12 anni e mezzo e i 10 anni e 9 mesi. L’accusa era di omicidio preterintenzionale per membri Ugo Di Puorto, Raffele Mormone, Badr Amouiyah, Andrea Cavallari, Moez Akari e Souhaib Haddada, ma anche di associazione per delinquere finalizzata a furti e rapine e lesioni personali gravi.
Il vedovo di una delle vittime, la 39enne Eleonora Girolimini, si è detto contento della conferma della sentenza: “Ero fiducioso che andasse in questo senso”. Preoccupazione espressa invece da Paolo Curi, vedevo di Grolimini, per quanto riguarda l’altra parte del processo che riguarderà la sicurezza del locale.
Secondo Paolo Curi la condanna alla banda è una condanna dovuta, che “non mi ridà Eleonora, ma che potrebbe servire a questi ragazzi a cambiare. Secondo il vedevo infatti gli imputati non sarebbero dei ragazzini alle prime armi, ma “persone pericolose, bande organizzate“.