Coro di Ratisbona, 547 bambini furono vittime di violenza e abusi

GERMANIA: 547 BAMBINI VITTIME VIOLENZA NEL CORO DI RATISBONA

Violenze fisiche, psicologiche e sessuali nel coro di Ratisbona andate avanti per decenni per un totale di almeno 547 bambini vittime di abusi. Il rapporto choc sulle violenze al coro del Duomo di Ratisbona, presentato alla stampa tedesca dall’avvocato Ulrich Weber, descrive un vero e proprio inferno per i Regensburger Domsplatzen, i cosiddetti “Passeri del Duomo”, che dal 1945 all’inizio degli anni ’90 hanno subìto ogni genere di violenza. A dirigere il coro per trent’anni, dal 1964 al 1994, Georg Ratzinger, fratello del Papa Emerito Benedetto XVI. “Se fossi stato a conoscenza dell’eccesso di violenza utilizzato, avrei fatto qualcosa. Mi scuso con le vittime“, disse Ratzinger in un’intervista del 2010, in cui ammetteva di aver dato lui stesso qualche schiaffo, come era d’uso all’epoca, per insegnare “la disciplina e il rigore“.

Il rapporto era stato commissionato all’avvocato tedesco lo scorso anno dalla Curia: già allora Weber aveva appurato che tra il 1953 e il 1992, un terzo degli alunni del coro e della scuola adiacente furono vittime di violenze, dalle percosse fino agli stupri. Nelle loro testimonianze, il coro di Ratisbona è descritto come “una prigione, come l’inferno e come un campo di concentramento. Molti si ricordano di quegli anni come il periodo peggiore della propria vita, caratterizzato da paura e violenza“.

L’indagine all’inizio aveva riscontrato casi di violenze su circa 200 bambini, di cui una quarantina vittime di violenza carnale: il rapporto finale dà numeri molto più alti con almeno 547 vittime e 49 colpevoli già identificati.

Le violenze nel coro e nella scuola di Ratisbona erano già emerse negli anni scorsi: nel 2010 fu il vescovo di Ratisbona, il cardinale Gerhard Ludwig Müller, ex prefetto della Congregazione per la Dottrina delle Fede poi sostituito da Papa Francesco lo scorso 1° luglio, a confermarle, senza però fare nulla per le vittime.

Al contrario, il cardinale Müller cercò di mettere in silenzio le denunce e precisò che gli abusi non erano avvenuti nel corso della direzione di padre Georg che però, nello stesso anno, confermava di aver avuto notizia di episodi di violenza ma che non immaginava si trattasse di cose gravi, chiedendo comunque scusa.

Le punizioni fisiche e psicologiche non erano le uniche perpetrate sugli allievi. Il rapporto indica nel direttore della scuola adiacente, Johan Meier, a capo dell’istituto tra il 1953 e il 1992, il responsabile principale delle violenze: tra sedie tirate addosso ai bambini (72 ex allievi hanno subìto danni fisici per la violenza delle botte) e percosse, Meier avrebbe spesso abusato di bambini tra gli 8 e 9 anni, offrendogli dell’alcol e poi traendo piacere sessuale dal punirli.

Nel rapporto viene comunque citato Georg Ratzinger a cui viene attribuita la responsabilità di “aver chiuso gli occhi e non aver preso misure a riguardo“, mantenendo il muro di silenzio e omertà che per decenni ha coperto gli abusi di ministri della Chiesa ai danni di bambini.

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