“La situazione del Covid-19 in alcuni Stati dell’Ue è anche peggiore del picco di marzo, questo è molto preoccupante. E significa che le misure di controllo adottate non sono state abbastanza efficaci o non sono state applicate, o non sono state seguite come dovuto. Questo è chiaramente sottolineato nella valutazione del rischio che viene presentato oggi dall’Ecdc“. È questo l’allarme che, senza troppi giri di parole, ha lanciato da Bruxelles la commissaria alla Salute, Stella Kyriakides, che ha fatto il punto della situazione sull’emergenza Coronavirus nell’Unione dopo l’impennata di nuovi casi che si è registrata in Francia, Spagna, Germania e Regno Unito.
Per questo, ha aggiunto Kyriakides, “è fondamentale che gli Stati adottino tutte le misure necessarie al primo segnale di nuovi focolai, come il rafforzamento dei test e contact tracing, il miglioramento della sorveglianza sanitaria pubblica, la garanzia di un migliore accesso ai dispositivi di protezione individuale e ai medicinali e la garanzia di capacità sanitarie sufficienti, in linea con le azioni presentate dalla Commissione a luglio“.
Ogni Paese però vive una situazione particolare per cui, ha spiegato ancora Kyriakides, “con tutte queste situazioni diverse tra gli Stati membri, non è possibile mettere in atto un approccio comune. Tutti i Paesi devono compiere il monitoraggio ed essere preparati, in modo tale da poter prendere le misure all’occorrenza”. La commissaria ha raccomandato quindi di “non abbassare la guardia, perché la crisi non è alle spalle”. “Rispetto alla prima ondata abbiamo un livello di coordinamento migliore tra i Paesi, ma ci sono migliorie da fare su alcune misure di base che dovrebbero essere applicate da tutti”.
Gli Stati devono agire, perché questa “potrebbe essere l’ultima occasione per evitare il ripetersi” di una situazione come quella della “scorsa primavera“, quando buona parte d’Europa è finita in lockdown, cosa che ha provocato un crollo verticale dell’economia nel secondo trimestre. “Non c’è ragione per nascondere che siamo preoccupati per la situazione“, ha concluso la commissaria.
In Germania sale il numero di contagi. I nuovi dati dell’Istituto Robert Koch parlano di 2.143 nuovi casi e altri 19 decessi, a fronte dei 1.769 contagi e dei 13 morti segnalati ieri. In totale nel Paese si registrano 278.070 casi e 9.428 vittime dall’inizio dell’emergenza sanitaria. Sono invece circa 246.900 le persone guarite.
La Francia torna sopra i 10 mila nuovi contagi giornalieri. Da lunedì, tutti i bar e i ristoranti osserveranno una chiusura totale a Marsiglia e Aix en Provence, nel sud della Francia e a Guadalupe. Nuova dura stretta anche a Parigi, con chiusura anticipata alle 22 per tutti i bar e ristoranti e divieto di assembramenti di oltre 10 persone. Tagliato da 5.000 a 1.000 il numero massimo di partecipanti a eventi pubblici.
In Spagna il bilancio dei morti da coronavirus ha superato quota 31mila. Nella giornata di ieri sono stati segnalati ulteriori 130 decessi, che hanno portato il totale delle vittime dall’inizio della pandemia a 31.034. Allo stesso tempo, i contagi sono saliti a quota 693.556, di cui 11.289 sono stati registrati ieri.
Per contrastare l’alto numero di contagi, il premier britannico Boris Johnson ha inasprito le misure anti-covid, per un periodo di almeno 6 mesi. Confermato secondo le attese il coprifuoco per pub, bar e ristoranti, che da oggi dovranno chiudere alle 22 in tutta l’Inghilterra. Rafforzato l’obbligo legale delle mascherine nei luoghi pubblici, esteso al personale di negozi, hotel, ristoranti, non più solo ai clienti, con multe elevate a 200 sterline. Sei il numero massimo di persone autorizzate a incontrarsi in famiglia o fra conoscenti. Non più di 15 gli ospiti ai matrimoni e massimo 30 i presenti ai funerali. Rinviata la riapertura degli stadi prevista a ottobre.
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