Tra i temi più caldi delle prossime settimane, il Natale occuperà sicuramente un posto di rilievo. Tra cenoni della vigilia, pranzi di Natale e coprifuoco a capodanno, sono ancora molti gli interrogativi su come potremo celebrare le feste nell’anno del Covid-19. Dopo le discussioni degli ultimi giorni, emerge un altro punto importante: la messa di Natale. Il governo sta lavorando, in discussione con la Cei, per anticipare di qualche ora la messa di mezzanotte, così da mantenere il coprifuoco serale alle ore 22, in previsione per il periodo delle feste.
Boccia: “Anticipare la messa non è eresia”
La spinosa questione è stata tirata fuori, ieri, dal ministro Francesco Boccia, durante un vertice con le Regioni: “Lo dico da cattolico, non è un’eresia far nascere Gesù bambino due ore prima e immaginare di anticipare di un paio d’ore le messe. Lo sarebbe semmai non occuparci dei malati e dei bisognosi. È quello che ci ha insegnato Papa Francesco“. Ma le parole del ministro Boccia hanno suscitato la reazione immediata di alcuni esponenti della destra, tra cui l’ex ministro Maurizio Lupo che ha replicato: “Boccia aspira alla dottrina della fede?“.
Il vescovo di Monreale dà il via libera
“Non c’è nulla di strano ad anticipare la messa di Natale di due ore. Vorrei dire a Boccia che il problema non è l’orario, ma semmai il rispetto delle regole. E noi le regole le rispettiamo“, riferisce oggi il vescovo di Monreale Michele Pennisi a La Repubblica. E aggiunge: “Già in Vaticano il Papa celebra due ore prima, e la vigilia di Natale nelle parrocchie c’è già chi celebra la sera alle diciotto. Dov’è il problema? Non ne farei un dramma“.
Le ipotesi sulla messa di Natale
L’ideale sarebbe far slittare le celebrazioni tra le 18 e le 20, in modo tale che tutti possano rientrare al proprio domicilio entro le 22. La Cei, Conferenza episcopale italiana, non ha ancora ricevuto direttive ufficiali da parte del governo, né la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese ha avviato la mediazione tra Palazzo Chigi e Cei. Ma è certo che il tema sarà discusso nel corso Consiglio permanente della Cei, convocato per il primo dicembre.