È possibile riconoscere e distinguere i sintomi del coronavirus dall’influenza? Come dobbiamo comportarci se abbiamo dei dubbi o temiamo di essere a rischio? Per evitare di intasare ambulatori medici e reparti di pronto soccorso degli ospedali, è stato realizzato un triage telefonico attraverso il quale ci si può mettere in contatto con il proprio medico di base (o pediatra). Questo per ridurre al minino i rischi di un possibile contagio da coronavirus. Ecco come funziona il triage telefonico e quali sono le cinque regole da seguire per minimizzare i rischi di infezione.
I sintomi da coronavirus sono simili ai comuni sintomi influenzali che interessano le vie respiratorie come tosse, raffreddore, mal di gola e febbre. La differenza sta nella gravità delle manifestazioni sintomatiche. Il Covid-19 causa febbre alta (sopra i 38°), tachicardia, difficoltà respiratoria grave, dispnea, forte indebolimento, pressione sistolica inferiore a 100.
Per evitare rischi di contagio sappiamo che è opportuno recarsi nei pronto soccorso o nelle strutture sanitarie soltanto se strettamente necessario. Ma cosa possiamo fare se sospettiamo un’infezione da coronavirus? Si può telefonare ai medici di famiglia o ai pediatri che seguiranno uno speciale triage telefonico per dare ai pazienti una prima diagnosi.
Ogni paziente può dunque ricevere una prima diagnosi via telefono dal proprio medico, che potrà poi indicare quali comportamenti assumere in tutta sicurezza.
Dopo aver accertato i dati anagrafici del soggetto, il medico prosegue la sua indagine con una valutazione epidemiologica. Chiede se il paziente è stato un contatto con le zone rosse a rischio coronavirus, o con persone che hanno avuto una diagnosi certa di infezione. In caso affermativo si contatta il 112, altrimenti si prosegue con la valutazione clinica.
Il medico valuta le condizioni generali e di rischio del paziente, quindi se sono in corso malattie (anche oncologiche) che interessano i polmoni, i reni, il cuore, se si soffre di malattie metaboliche, se ci si è sottoposti al vaccino (e quale), se si è in gravidanza. Vengono appuntati eventuali sintomi presenti al momento come tachicardia, febbre alta, difficoltà a respirare in condizioni di riposo, se la pressione sistolica è troppo bassa, se ci sono segni di cianosi periferica, etc.
Se ci sono condizioni di allarme e il medico rilascia una diagnosi di sospetta polmonite si allerta il 112 o il 118 e si predispone la visita a domicilio in tutta sicurezza. In caso contrario si valutano tempi e modi per un ulteriore screening telefonico.
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Se il paziente non riferisce particolare affaticamento, tosse forte e respira normalmente riuscendo a svolgere le normali attività e in caso di sintomi ‘lievi’ come tosse, mal di gola, mal di testa, vomito, dolori muscolari, malessere generale, il medico darà indicazione di sottoporsi a quarantena precauzionale. Saranno quindi ridotti i contatti con conviventi e altre persone, si dovranno usare guanti e mascherine, si dovrà accuratamente pulire, areare e disinfettare i luoghi frequentati. Sempre si dovrà procedere al lavaggio frequente delle mani in maniera corretta.
L’obiettivo di sottoporsi al triage telefonico è chiaramente quello di ridurre al minimo le occasioni di contatto tra pazienti che presentano sintomi compatibili con la sospetta infezione da coronavirus (Covid-19) e altri soggetti non malati. Evitate il fai da te. Rivolgetevi sempre al medico di famiglia o al pediatra: sarà lui a consigliare ogni ulteriore step da seguire.
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