In una lettera aperta pubblicata su The Lancet, il “John Snow Memorandum”, e che sarà anche presentata al World Congress on Public Health Programme 2020, 80 scienziati (tra cui epidemiologi, pediatri, virologi, psicologi) mettono in guardia sulla pericolosità del concetto di immunità di gregge: non è supportato da alcuna evidenza scientifica.
L’unico modo per proteggere la popolazione fino all’arrivo di terapie e vaccini, spiegano gli esperti, è quella di rispettare le regole di contenimento.
“L’allontanamento fisico, uso di rivestimenti per il viso, igiene delle mani e delle vie respiratorie, evitando la folla e gli spazi poco ventilati. Anche test rapidi, tracciamento dei contatti e isolamento sono fondamentali per il controllo della trasmissione. L’Oms ha sostenuto queste misure sin dall’inizio della pandemia”, continuano.
Distanziamento, igiene e sistemi di protezione individuale sono quindi, per il momento, gli unici strumenti a disposizione della società per la tenuta sanitaria ed economica, dal momento che nuovi lockdown generalizzati potrebbero avere ripercussioni disastrose sul mercato.
Il rischio, reiterando la promessa dell’immunità di gregge, è quello di non arrestare il virus, che andrebbe a ripetersi ciclicamente in ondate di nuovi contagi, ricoveri e decessi. Le uniche evidenze scientifiche di cui disponiamo, infatti, vanno nella direzione opposta: l’immunità post-infezione di SARS-CoV-2 dura pochi mesi, dopodiché il rischio di una nuova infezione non è impossibile.
Nelle parole degli scienziati si legge chiaramente che servono con urgenza “efficaci misure di controllo della trasmissione del virus, affiancate da programmi sociali ed economici per aiutare i più vulnerabili e combattere le iniquità amplificate dalla pandemia“.
“I sostenitori dell’immunità suggeriscono che questo alla fine proteggerà i vulnerabili. Questo è un errore pericoloso non supportato da prove scientifiche. Qualsiasi strategia di gestione della pandemia basata sull’immunità da infezioni naturali per Covid-19 è difettosa. Oltre al costo umano ciò avrebbe un impatto sulla forza lavoro nel suo complesso e sopraffarebbe la capacità dei sistemi sanitari di fornire cure intensive e di routine. Una strategia del genere non porrebbe fine alla pandemia ma si tradurrebbe in epidemie ricorrenti, come nel caso di numerose malattie infettive prima dell’avvento della vaccinazione“, chiariscono gli 80 esperti.
Parole che sembrano voler puntare il dito contro la Casa Bianca, negli ultimi giorni al centro di una fuga di notizie, che vorrebbe l’immunità di gregge come soluzione alla pandemia.
Ad oggi, nel mondo sono stati già registrati 23 casi di positività post-contagio, ossia persone che, pur avendo superato la prima infezione di Coronavirus, hanno contratto il virus una seconda volta. A volte con risultati peggiori della prima.
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